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Le migliori zone in Italia per la cucina a base di funghi in autunno

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Funghi porcini

L’autunno in Italia è la stagione perfetta per gli amanti dei funghi, poiché le foreste si riempiono di profumi e sapori che trovano la loro massima espressione nei piatti tipici regionali. Da nord a sud, ci sono diverse zone che offrono la migliore cucina a base di funghi, ciascuna con le sue tradizioni e ricette uniche.

1. Piemonte – Langhe e Monferrato

Il Piemonte è senza dubbio una delle regioni più rinomate per la cucina autunnale a base di funghi. Le colline delle Langhe e del Monferrato offrono un’abbondanza di tartufi bianchi e funghi porcini, che arricchiscono piatti come i tajarin ai funghi, la polenta con funghi trifolati e la classica bagna cauda. Durante la stagione autunnale, nei ristoranti e nelle trattorie locali vengono proposte degustazioni di piatti a base di funghi freschi, spesso raccolti nelle vicine foreste di castagni e querce.

In particolare, il tartufo bianco di Alba è una delle prelibatezze più celebri, ma anche i porcini trovano un posto d’onore nei piatti locali. Le fiere dedicate al tartufo e ai funghi attirano visitatori da tutto il mondo, offrendo l’opportunità di degustare piatti gourmet accompagnati dai rinomati vini locali come il Barolo e il Barbaresco.

2. Trentino-Alto Adige – Dolomiti e Val di Fiemme

Nel Trentino-Alto Adige, le foreste alpine sono il paradiso dei funghi porcini, finferli e ovuli. In autunno, le valli come la Val di Fiemme, la Val di Fassa e l’area delle Dolomiti offrono una straordinaria varietà di piatti a base di funghi selvatici. Le trattorie e i ristoranti della zona propongono ricette che uniscono la tradizione italiana con l’influenza tirolese, come i canederli ai funghi, gli spätzle con funghi e la polenta con funghi misti.

Durante i mesi autunnali, molte località della regione organizzano eventi e mercati dedicati alla raccolta dei funghi, in cui è possibile acquistare prodotti freschi e assaporare i piatti della tradizione montana. I funghi vengono spesso serviti insieme a salumi e formaggi locali, come lo speck e il formaggio Puzzone di Moena.

3. Toscana – Mugello e Casentino

La Toscana è un’altra regione che offre una cucina autunnale ricca di piatti a base di funghi, soprattutto nella zona del Mugello e del Casentino, dove i boschi di faggi e querce sono perfetti per la crescita dei porcini. Qui, i funghi vengono utilizzati per arricchire zuppe rustiche, come la ribollita o la pappa al pomodoro, ma anche per condire pasta fresca come le pappardelle ai funghi porcini.

Nel Mugello, i funghi porcini vengono celebrati con sagre ed eventi che riuniscono produttori locali e chef. Non mancano neppure le versioni arrosto o trifolate, servite con carne alla brace, o i funghi fritti, una vera specialità della cucina contadina toscana.

4. Umbria – Monti Sibillini e Valnerina

L’Umbria, con le sue foreste e colline, è conosciuta come il cuore verde d’Italia, e in autunno diventa una meta perfetta per chi ama i funghi. Le zone più rinomate per la raccolta e la cucina a base di funghi sono i Monti Sibillini e la Valnerina. I funghi porcini, ma anche chiodini e finferli, vengono usati in ricette tradizionali umbre, come la strangozzi ai funghi porcini o le zuppe di farro con funghi misti.

In Umbria, i funghi vengono spesso serviti con cacciagione o carne, come il cinghiale, creando piatti dal sapore robusto e rustico. Le sagre dedicate ai funghi e ai prodotti del sottobosco, come il tartufo, sono l’occasione perfetta per assaporare queste prelibatezze in ambienti suggestivi e tradizionali.

5. Emilia-Romagna – Appennino Reggiano e Modenese

L’Emilia-Romagna, e in particolare l’Appennino Reggiano e Modenese, è un’altra zona dove i funghi sono protagonisti della cucina autunnale. Le trattorie locali offrono piatti classici come le tagliatelle ai funghi porcini e i funghi fritti, preparati secondo le ricette di una lunga tradizione contadina.

In queste zone, i funghi sono spesso abbinati a prodotti tipici dell’Emilia-Romagna, come il Parmigiano Reggiano e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, creando un connubio di sapori unico e inconfondibile. Le sagre del fungo sono particolarmente sentite, con mercati dove si possono acquistare porcini freschi e secchi, oltre a degustazioni di piatti tradizionali.

6. Calabria – Sila

Nel sud Italia, l’altopiano della Sila, in Calabria, offre un ambiente perfetto per la crescita dei funghi porcini e altre varietà di funghi selvatici. Le fresche foreste di pini e abeti della Sila sono rinomate per la raccolta di funghi che vengono utilizzati nella cucina locale. Piatti come la pasta con funghi porcini e salsiccia o i funghi alla griglia sono tipici di questa zona, che combina i sapori del bosco con la tradizione culinaria mediterranea.

Dall’arco alpino al sud della Calabria, l’Italia offre una straordinaria varietà di regioni dove i funghi sono protagonisti indiscussi della cucina autunnale. Ogni regione ha le sue peculiarità, ma tutte condividono una profonda passione per i sapori autentici del bosco e le tradizioni culinarie che li esaltano.

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Foto di Silvia da Pixabay

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Donburi House: 90 ristoranti giapponesi alla conquista dell’Italia

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La catena punta a una grande espansione mantenendo l’autenticità dell’izakaya, tra ritualità, estetica e sapori.

Dimenticate il sushi all you can eat e le contaminazioni fusion: la nuova frontiera della cucina giapponese in Italia parla il linguaggio autentico dell’izakaya, tra ritualità, estetica e sapori che evocano Tokyo, Kyoto e Osaka.

A guidare questa trasformazione è Donburi House, catena di ristoranti giapponesi fondata su un progetto ambizioso: aprire 90 locali in tutta Italia, portando nel cuore delle città una vera esperienza nipponica.

Un’idea nata dal successo delle prime aperture a Torino, Milano e Aosta, che ha spinto le famiglie imprenditoriali torinesi Boffa e Chiesa a sostenere un’espansione su larga scala. Ma il sogno non si ferma ai confini nazionali: una prima apertura in Svizzera è già in fase di preparazione, a conferma delle ambizioni internazionali del progetto.

Un format che punta all’anima del Giappone

Il cuore del concept di Donburi House è l’izakaya, una vera istituzione della socialità giapponese, dove cibo e bevande si intrecciano in un momento conviviale di fine giornata. I piatti iconici della tradizione – donburi, ramen, gyoza, onigiri – sono preparati secondo le ricette originali, con lavorazioni accurate e materie prime selezionate con rigore. L’obiettivo è offrire una cucina giapponese genuina e accessibile, senza compromessi sulla qualità.

Takashi Kido, executive chef.

A firmare l’offerta gastronomica è lo chef Takashi Kido, tra i massimi interpreti della cucina nipponica in Italia, a cui è affidata la supervisione di ogni menu e brigata, per garantire coerenza, autenticità e alti standard in ogni ristorante.

Atmosfera, estetica e immersione sensoriale

L’esperienza da Donburi House non si esaurisce nel piatto. Ogni locale è pensato per essere un’immersione totale nella cultura giapponese: gli spazi sono progettati dallo studio Boffa Petrone & Partners con un occhio attento all’equilibrio tra funzione ed estetica. Legno naturale, lanterne soffuse, linee pulite e materiali caldi trasportano gli ospiti lontano dal caos urbano, in un ambiente accogliente e intimo, capace di raccontare una storia.

«Abbiamo voluto dare all’architettura lo stesso peso della cucina», spiega Luca Boffa, ideatore del progetto. «Ogni locale deve avere un’anima e trasmettere autenticità. È questo il cuore della nostra identità: un format replicabile, ma sempre riconoscibile e coerente».

Gli fa eco Max Chiesa, altro promotore del progetto: «La nostra missione è rendere accessibile la tradizione giapponese, senza alterazioni. Ogni piatto che serviamo è un gesto di rispetto verso quella cultura millenaria».


Una sfida che guarda al futuro

Dopo i locali già attivi a Torino, Aosta, Milano uno in arrivo a settembre in via Borsieri (quartiere Isola) e nuove aperture previste in Lombardia , a Saronno e in diversi centri commerciali, Donburi House si muove velocemente, ma senza rinunciare alla coerenza del format. Ogni ristorante sarà supportato da un laboratorio centrale per garantire uniformità e qualità costante, anche nei piatti che richiedono preparazioni complesse.

Dietro al boom della cucina giapponese – che da semplice moda si è trasformata in un vero e proprio stile di vita alimentare anche in Italia – c’è un desiderio crescente di esperienze autentiche, capaci di raccontare storie, evocare luoghi e creare connessioni. Ed è proprio questa esigenza che Donburi House intercetta e interpreta, con una proposta culturale prima ancora che gastronomica.

Il risultato? Un viaggio nel Giappone più vero, da vivere città dopo città, ciotola dopo ciotola.

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Dom Pérignon: lo Champagne in mostra a Londra, in un viaggio eterno

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Dom Pérignon 3

La famosissima Maison celebra l’Arte della Creazione con sette grandi artisti internazionali, raccontando passato, presente e futuro

Nel 1668, un giovane monaco benedettino di nome Dom Pierre Pérignon, presso l’abbazia di Hautvillers, dichiarava con audacia il suo intento: “Sto bevendo le stelle”. Era l’inizio di un sogno che, secoli dopo, si sarebbe trasformato in una delle Maison più iconiche dello Champagne. Quel sogno di eccellenza continua oggi attraverso un dialogo profondo tra il mondo del vino e quello dell’arte.

Con la nuova campagna “Creation is an Eternal Journey”, Dom Pérignon ha rinnovato la sua vocazione artistica, trasformando l’atto enologico in un simbolo universale di creazione. Un viaggio creativo che ha trovato la sua espressione più intensa il 16 maggio 2025, con l’apertura a Londra presso la Tate Modern di una mostra immersiva costruita come una spirale esperienziale, simbolo della continuità tra memoria, visione e innovazione.

Sette figure straordinarie sono state invitate a interpretare il tema della creazione:

  • Zoë Kravitz, attrice e regista dallo spirito visionario.
  • Tilda Swinton, icona del cinema e dell’arte performativa.
  • Clare Smyth, chef tre Stelle Michelin, pioniera della cucina etica.
  • Takashi Murakami, artista visivo tra i più influenti al mondo.
  • Alexander Ekman, coreografo noto per le sue messe in scena immersive.
  • Anderson Paak, musicista e produttore pluripremiato.
  • Iggy Pop, leggenda vivente del rock e simbolo di libertà creativa.

I loro pensieri sulla creazione sono diventati parole, immagini e suoni. Le fotografie di Collier Schorr e i filmati della regista Camille Summers-Valli hanno saputo cogliere l’essenza di un processo che unisce linguaggi e sensibilità diverse, tutte legate da una comune urgenza espressiva.

“Penso a Dom Pérignon come a un’entità naturale. Cambia sempre, ma allo stesso tempo non cambia mai”, ha dichiarato Tilda Swinton, mentre per Iggy Pop, creare significa semplicemente “liberarsi”. Zoë Kravitz, invece, ha descritto la creazione come “un’offerta sacra”.

Accanto alla componente artistica, la Maison ha presentato quattro nuovi Millesimati che segnano tappe cruciali della sua evoluzione:

  • Vintage 2008 – Plénitude 2.
  • Vintage 2017, l’ultimo firmato da Richard Geoffroy.
  • Vintage 2018, il primo curato da Vincent Chaperon.
  • Rosé Vintage 2010, sintesi estrema di ricerca e terroir.

Con questo progetto, Dom Pérignon riafferma il proprio ruolo di ponte tra le arti, la cultura e l’eccellenza vinicola, rendendo omaggio alla propria storia e proiettandosi verso nuove forme di espressione. Un invito a riscoprire, nel calice, non solo il sapore dello Champagne, ma l’eco di un atto creativo che continua a risuonare nel tempo.

Dom Pérignon 1

Dom Pérignon 2

Dom Pérignon: Zoë Kravitz

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Un gruppo di artisti internazionali celebra la creazione di uno Champagne speciale.

 

 

 

 

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Tenuta Podernovo e Tenute Lunelli entrano tra le Forbes 100 Iconic Wineries

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Tenute Lunelli

La selezione identifica le cantine italiane più iconiche

Tenuta Podernovo e il Carapace di Tenute Lunelli sono state inserite all’interno di Forbes 100 Iconic Wineries, una selezione che identifica le cantine più iconiche del Bel Paese redatta da Forbes, che da sempre stila le classifiche più autorevoli nei vari settori.
Le cantine selezionate, infatti, rappresentano esempi virtuosi di attenzione alla sostenibilità ambientale, sociale e di sviluppo della brand reputation.
La realtà umbra di Tenute Lunelli è stata premiata per l’architettura unica del Carapace, la cantina-scultura progettata dal Maestro Arnaldo Pomodoro, e per l’attenzione alla produzione sostenibile.
Tenuta Podernovo, invece, si è distinta per la dedizione alla creazione di vini biologici in Toscana, con un’interpretazione moderna e raffinata del Sangiovese.

Tenuta Pordenovo

 

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Buone le ostriche in Irlanda!

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Le ostriche sono buone

Il 5 maggio è stata celebrata la Giornata Internazionale delle Ostriche. Merito del loro valore ecologico: contribuiscono alla biodiversità marina e assorbono anidride carbonica.

Simbolo di piacere e raffinatezza, spesso considerate cibo afrodisiaco, le ostriche sono vere alleate del pianeta e il 5 maggio è stata celebrata la loro Giornata Internazionale.

Ecco un’occasione per un viaggio in Irlanda, una delle patrie delle ostriche. Tesori gastronomici e alleate dell’ambiente, secondo studi recenti, le ostriche allevate nel mondo rimuovono un impressionante volume di tonnellate di anidride carbonica ogni anno. E come evidenzia la ricerca Seafood Sustainability Progress Report: Aquaculture 2025 del BIM – Ireland’s Seafood Development Agency, le ostriche richiedono input minimi per produrre alimenti di alta qualità, rendendo l’acquacoltura un metodo efficiente di produzione alimentare e contribuiscono alla qualità dell’acqua filtrando naturalmente i nutrienti in eccesso, come l’azoto, e sequestrano il carbonio nei loro gusci attraverso la biomineralizzazione.

L’Irlanda si distingue a livello mondiale per tradizione (con documenti risalenti al XV secolo che ne attestano l’importanza economica), per la qualità dei prodotti e per la purezza delle acque in cui vengono allevate, soprattutto lungo la Wild Atlantic Way, l’incontaminata costa occidentale, simbolo dell’impegno irlandese per la tutela dell’habitat marino. L’Irlanda può anche contare su iniziative e certificazioni come “Eco Pact” e “Origin Green Ireland”, programma unico al mondo creato da Bord Bia, l’ente governativo per l’agroalimentare, che fissa obiettivi concreti di sostenibilità ambientale e sociale. Consumate crude o cotte, le ostriche sono parte integrante della cultura gastronomica irlandese. La loro produzione, insieme a quella di alghe, è un’attività rilevante sia per l’export che per il turismo gastronomico.

 

Dove mangiare le ostriche

Sempre più viaggiatori si mettono in cammino verso l’Irlanda per scoprire da vicino gli allevamenti e assaporare le ostriche lì dove nascono, tra paesaggi suggestivi e acque limpide, elemento fondamentale per la qualità dei molluschi irlandesi. Nell’estremo nord, nella contea di Donegal, per una scorpacciata, ci si accomoda davanti all’oceano da Fisk Seafood Bar e Dk Connemara Oysters, l’allevamento più antico d’Irlanda (fondato nel 1893), per poi visitare la oyster farm a Ballinakill Bay, nella contea di Galway, e partecipare a degustazioni e laboratori per imparare ad aprire le ostriche.

Evento imperdibile è il Galway International Oyster and Seafood Festival che si tiene ogni settembre dal 1954. L’edizione 2025 è in programma dal 26 al 28 settembre e celebra l’inizio della stagione delle ostriche indigene (la piatta di Galway) con showcooking, chef stellati, sfide internazionali di apertura e l’allegra parata Masquerade Mardi Gras tra le vie medievali. Il festival propone anche un tour con tappe nei migliori indirizzi per ostriche e frutti di mare in luoghi molto suggestivi come l’emergente Blackrock Cottage, affacciato sulla Salthill Promenade, che mette in carta una vera e propria delizia locale come le Dooncastle Connemara Oyster: da sole o abbinate con un condimento con un’alga particolare che ricorda il sapore del tartufo.

Per degustarle sulla costa est, sempre vista mare, e abbinando anche un soggiorno tra wellness e relax, l’indirizzo è il 5 stelle Cliff House Hotel, abbarbicato sulla scogliera. Nel suo ristorante stellato e nel bar-bistrot sul rooftop propone le ostriche Harty, allevate nella vicina baia di Dungarvan.

Anche l’Irlanda del Nord offre eccellenze come Rooney Fish, realtà di Kilkeel, nella contea di Down, che alleva ostriche Millbay e propone visite e degustazioni personalizzate. Per degustarle in contesti particolari, un punto di riferimento è Causeway Coast Foodie Tours che propone esperienze gastronomiche lungo la costa nord dell’Irlanda del Nord. E per provare a scoprire segreti e produttori, anche di altre delizie marine come alghe, salmone e cozze, esiste una mappa interattiva di Aquaculture in Northern Ireland (www.aquacultureni.co.uk).

Nell’attesa del prossimo viaggio, ci si può preparare prendendo ispirazione dalle ricette proposte da Achill Oysters, storico allevamento nella contea di Clare.

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Ferrari Trento brindisi ufficiale del Padiglione Italia a EXPO 2025 Osaka

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Il Trentodoc del Gruppo Lunelli si conferma brindisi italiano per eccellenza

Fino al prossimo 13 ottobre, al Padiglione Italia a EXPO 2025 Osaka, come già a Milano nel 2015, si brinderà con le bollicine Ferrari Trento durante i momenti istituzionali più importanti dell’esposizione.

Lo stretto legame tra Ferrari e il Giappone trova rappresentazione non soltanto nel Ferrari Hommage, speciale Trentodoc dedicato al Paese del Sol Levante che sarà servito agli ospiti del Padiglione Italia, ma anche nella realizzazione di un esclusivo furoshiki, il tradizionale telo usato per avvolgere oggetti e doni, creato in collaborazione con Progetto Quid, cooperativa sociale che dà nuova vita a scarti di tessuti di aziende di moda italiane. 

Fra gli eventi in programma all’interno del Padiglione Italia, anche la JET Cup, il più prestigioso concorso per sommelier dedicato ai vini italiani in Giappone di cui Ferrari Trento è da sempre partner e il cui vincitore dell’edizione 2024, Takuma Yamada, è stato selezionato fra gli Ambassador del Padiglione.

 

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