Food & Wine
Franciacorta, terra privilegiata di Vino e Distillati
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10 mesi faon
La Franciacorta, territorio enologico tra il Lago di Iseo e Brescia
La Franciacorta, nota per le sue distillerie e la produzione di vino di alta qualità, è una regione che offre molto anche dal punto di vista turistico. Situata tra il Lago d’Iseo e Brescia, questa area ha un microclima unico che la rende ideale per la viticoltura, in particolare per i vini spumanti. La Franciacorta si estende per oltre 200 km e comprende 19 comuni della provincia di Brescia. Ogni città e villaggio ha tesori unici da offrire, con un filo conduttore comune di buon vino e natura.
Il Lago di Iseo al centro della Franciacorta
Il Lago d’Iseo, con i suoi paesaggi incantevoli e le colline moreniche punteggiate di vigneti-giardino, è un luogo di straordinaria bellezza naturale. Il lago è circondato da numerosi piccoli borghi e cittadine, ognuno con le sue strette strade e negozi, un mix perfetto di storia e naturalismo. La regione è famosa per la sua uva Chardonnay, che rappresenta il “lato femminile” del vino con note rotonde, mentre il Pinot Nero, più “maschile”, è forte nel sapore. La zona è stata ulteriormente valorizzata dall’installazione artistica “The Floating Piers” di Christo nel 2016, che ha attirato milioni di visitatori.
Tra i punti di interesse da esplorare a Franciacorta e Lago d’Iseo, ci sono chiese, palazzi storici, musei di tradizioni e costumi, nonché vedute mozzafiato del lago e colline disseminate di vigneti. La Riserva Naturale Torbiere del Sebino, situata tra Franciacorta e il Lago d’Iseo, è un luogo magico per gli amanti della natura, ideale per gli appassionati di birdwatching e per ammirare tramonti indimenticabili. Un altro luogo significativo è il Santuario della Madonna della Ceriola, situato nel centro del Lago d’Iseo su Monte Isola, la più grande isola lacustre d’Italia.
In sintesi, la regione di Franciacorta e il Lago d’Iseo offrono un’esperienza turistica ricca e diversificata, che spazia dalla degustazione di vini di alta qualità nelle distillerie locali alla scoperta di paesaggi naturali mozzafiato e tesori storici e culturali.
Le Distillerie Franciacorta – Un secolo di tradizione
Le Distillerie Franciacorta, con una storia che si estende per oltre un secolo, rappresentano una delle realtà più affascinanti del panorama della distillazione italiana. La loro storia inizia nel 1901 con il produttore di vino Luigi Gozio, e da allora hanno sviluppato una tradizione profondamente radicata nella produzione di distillati di qualità. Nel 1930, le distillerie iniziarono la produzione di distillati tramite distillazione a vapore. Durante il 1967 ampliarono la loro produzione includendo una linea di sciroppi di frutta e frutta in alcol. Nel 1977, l’azienda venne trasformata in “Distillerie Franciacorta”, segnando un importante passo nel suo sviluppo.
Nel 2019, le Distillerie Franciacorta acquisirono il prestigioso marchio Grappa Piave Selezione Cuore e nel 2021 rinnovarono il design delle loro bottiglie, proseguendo la loro missione di condividere lo spirito puro di Franciacorta con il mondo.
Tra i prodotti di punta delle Distillerie Franciacorta troviamo:
- Grappa NATIVA: Un distillato che combina la storia esclusiva di Franciacorta, la purezza del vitigno Chardonnay e un invecchiamento lento di 24 mesi in doppia barrique.
- Grappa Multi-Varietale: Distillata utilizzando solo le migliori uve di Franciacorta, invecchiata per 12 mesi in piccole botti di rovere nel cuore di Franciacorta.
Oltre alla grappa, le Distillerie Franciacorta producono anche liquori, tra cui il “Whiskream”, un liquore alla crema di whisky, e “Eclisse”, una linea innovativa di liquori che esplorano e rivelano sapori e aromi, come un’eclissi. Un altro prodotto notevole è il Gozio Amaretto, un liquore italiano fatto con ingredienti 100% naturali, tra cui essenze di frutta come pesca e albicocca, insieme a mandorle amare di alta qualità.
La storia e l’evoluzione delle Distillerie Franciacorta rappresentano un capitolo affascinante nella storia della distillazione italiana, combinando tradizione secolare con innovazione e qualità.
Scopri qui le Distillerie Franciacorta
Credits: Foto di Alessandro Pepi
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Africa e Cacao: Viaggio in Costa d’Avorio e Ghana, Perle dell’Africa Occidentale
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5 mesi faon
01/05/2024I prezzi del cacao stanno vivendo un’impennata senza precedenti, superando la soglia dei 10.000 dollari alla tonnellata e aprendo la strada a un ulteriore rincaro della cioccolata. Questo aumento vertiginoso è stato innescato dalle difficoltà di produzione riscontrate in alcuni paesi dell’Africa occidentale, come il Ghana e la Costa d’Avorio, che hanno visto i prezzi triplicare negli ultimi 12 mesi.
Le condizioni meteorologiche avverse, tra abbondanti piogge e siccità, insieme alle malattie diffuse tra i raccolti, hanno messo a dura prova la produzione di cacao in questi due principali paesi produttori. Questo mix di fattori ha reso il trasporto del cacao verso i porti un’impresa complicata, contribuendo all’attuale crisi dei prezzi.
La Costa d’Avorio e il Ghana sono i due maggiori produttori mondiali di cacao, fornendo insieme circa due terzi della produzione globale. Ogni variazione nella loro produzione ha un impatto significativo sul mercato del cacao, influenzando direttamente i prezzi a livello internazionale.
Per sostenere le vendite e fronteggiare l’aumento dei costi, molte catene americane hanno incrementato gli sconti per i prodotti di Pasqua, come Cadbury, Reese’s, Hershey’s, M&M e Lindt. Tuttavia, gli osservatori ritengono che questi sconti possano non essere sufficienti a compensare l’impatto degli aumenti di prezzo già applicati ai consumatori, rischiando di ridurre ulteriormente la domanda di cioccolato.In questo contesto di prezzi record e difficoltà di produzione, il settore del cacao si trova di fronte a una sfida senza precedenti, con conseguenze che si ripercuotono su tutta la catena del valore, dai produttori ai consumatori.
La situazione attuale prefigura un 2024 difficile per i produttori di cioccolato, con una Pasqua che potrebbe registrare una crescita limitata nel settore e un’incertezza che si prospetta per il futuro.
La Costa d’Avorio: Tesori da Scoprire
La Costa d’Avorio, con la sua capitale economica Abidjan, è una destinazione turistica affascinante. Le spiagge sabbiose animate da bar e ristoranti offrono un’atmosfera vibrante e accogliente. A soli 40 km da Abidjan si trova Grand-Bassam, una pittoresca città costiera famosa per i suoi sport acquatici e la pesca. Per gli amanti della natura, il Parco Nazionale di Taï rappresenta una tappa imperdibile, essendo la più grande foresta pluviale tropicale dell’Africa occidentale. Inoltre, il Parco Nazionale di Comoé offre un’esperienza unica nella natura selvaggia del paese. La capitale politica, Yamoussoukro, vanta edifici architettonici di pregio come la Basilica di Notre Dame de la Paix, che meritano una visita approfondita.
Il Ghana: Terra di Storia e Cultura
Il Ghana, con la sua capitale Accra, è un mix affascinante di tradizione e modernità. Accra offre un vivace centro città e splendide spiagge che catturano l’attenzione dei visitatori. Cape Coast è celebre per i suoi castelli e fortezze coloniali, dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, mentre Elmina è conosciuta per ospitare uno dei più grandi mercati di pesce dell’Africa occidentale. Il Parco Nazionale di Kakum è rinomato per il suo percorso sospeso tra gli alberi della foresta pluviale, offrendo un’esperienza unica a contatto con la natura. Kumasi, capitale dell’Impero Ashanti, è ricca di mercati tradizionali e palazzi che raccontano la storia e la cultura del popolo Ashanti.
Destinazioni Turistiche da Non Perdere
- Costa d’Avorio: Abidjan, Grand-Bassam, Parco Nazionale di Taï, Parco Nazionale di Comoé, Yamoussoukro.
- Ghana: Accra, Cape Coast, Elmina, Parco Nazionale di Kakum, Kumasi.
Un viaggio in Costa d’Avorio e Ghana è un’opportunità unica per esplorare le perle dell’Africa occidentale, immergendosi nella cultura, nella storia e nella bellezza naturale di queste affascinanti nazioni. Che si tratti di rilassarsi sulle spiagge, esplorare antiche rovine o avventurarsi nella foresta pluviale, questi due paesi offrono un’esperienza indimenticabile per i viaggiatori in cerca di nuove scoperte e avventure.
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Pubblichiamo questo interessante articolo di Valentina Bolla. Essendo la quinta generazione di una famiglia con una lunga tradizione nella produzione di vino in Italia, Valentina è stata circondata dal vino fin da giovane. I suoi primi passi nel mondo del vino sono stati diventare Sommelier presso l’AIS. Ma è stato durante gli studi per il Diploma WSET che ha scoperto lo Sherry. Con diversi viaggi negli ultimi anni per visitare le cantine di Jerez, il suo amore per il mondo dello Sherry e lo stile di vita andaluso è cresciuto notevolmente. Ama la Spagna e parla fluentemente lo spagnolo. È una giornalista freelance che scrive di cibo e vino.
La primavera è iniziata. Questo momento di rinascita della natura è caratterizzato dallo sbocciare dei primi fiori, dall’arrivo dei primi frutti e dai particolari odori erbacei e dei prati appena tagliati. Le giornate si allungano e l’aria è piena dei profumi floreali e fruttati. Profumi floreali di rosa, biancospino, ginestra, lillà, acacia, violetta accompagnati da profumi fruttati di ciliegia, fragola, albicocca.
C’è energia nell’aria, e cresce la voglia di brindare con vini freschi e profumati. Come scegliere i vini giusti per portare aria di primavera a tavola?
Un modo semplice, ma efficace, per ritrovare il piacere di mangiare e bere seguendo i ritmi della natura è di abbinare dei vini primaverili italiani al frutto o fiore di stagione corrispondente. Il bouquet di un vino è composto da un insieme a volte anche molto complesso di note aromatiche e spesso si riscontrano aromi floreali e fruttati, di minore o maggiore intensità. Gli aromi che il naso sarà in grado di ritrovare nei vini, dipendono da vari fattori quali il vitigno, il territorio di origine, le tecniche di vinificazione.
Fra tutte le sfumature che si possono percepire nel profumo di un vino, la nota floreale non manca quasi mai. Aromi di fiori bianchi quali gelsomino, il biancospino e petali di rosa bianca si riconoscono facilmente nel vitigno aromatico Gewurztraminer, soprattutto nei vini bianchi giovani prodotti nell’Alto Adige. Abbinamenti ideali sono con carni bianche e verdure dal sapore delicato.
Altro vitigno dai profumi primaverili è il Sangiovese, che oltre all’aroma fruttato di ciliegia, al naso presenta fiori freschi più tendenti al rosso come la violetta e rosa canina, con un finale di more e frutti a bacca rossa. Il Sangiovese è molto utilizzato per la produzione di vini giovani e freschi come il Chianti o Morellino di Scansano. I tannini presenti in questo tipo di vini li rendono adatti ad accompagnare salumi e carni rosse.
Così come anche nei grandi vini rossi piemontesi Barolo e Barbaresco non sarà difficile poter percepire i petali di rosa e la viola. Dopo l’affinamento si sprigioneranno in sentori meno fragranti di fiori appassiti o secchi.
Tra gli aromi fruttati, quelli della fragola e del lampone caratterizzano il vino Lambrusco in Emilia Romagna. Un vino italiano che si abbina bene a salumi e a piatti tipici della cucina emiliana.
Tra i vitigni che ricordano maggiormente la ciliegia, oltre al Sangiovese, vi è il Primitivo di Manduria in Puglia. Un vino di corpo che proviene da climi caldi, che ha il colore rosso intenso delle ciliegie mature con sentori di prugna e amarena.
Il Brachetto d’Acqui con il suo intenso profumo floreale di geranio e altri fiori rossi è forse il più “primaverile” dei vini dolci italiani.
Vini bianchi giovani come il veneto Bianco di Custoza, il piemontese Gavi e il lombardo Oltrepò Pavese presentano note fresche di albicocca e pesca bianca. Da abbinare con piatti a base di pesce o verdure di stagione impanate e fritte.
Il Prosecco è in assoluto lo spumante più floreale del nostro panorama vinicolo con i suoi profumi che ricordano l’acacia e il glicine.
Il vitigno Vermentino, con le varianti regionali come il sardo Vermentino di Gallura, il ligure Vermentino di Luni e il Vermentino Costa Toscana, coniuga note di fiori di campo con la frutta fresca soprattutto di pera e mela, ed è ottimo con antipasti di mare e crostacei.
Come si vede la natura, nel periodo primaverile, ci regala un bouquet di aromi profumatissimo ed è immancabile concedersi le stesse sfumature all’interno di un vino.
Valentina Bolla
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Food & Wine
Antonio Faravelli da Montù Beccaria alla Galleria Vittorio Emanuele II
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6 mesi faon
13/04/2024Antonio Faravelli, noto per il suo impegno nel promuovere il Made in Italy nei settori sportivo, culturale e turistico, ha recentemente partecipato a un evento presso la Libreria Bocca di Milano, moderato con eleganza dalla giornalista Elisabetta Invernici. L’evento ha celebrato la figura di Rosa Genoni, pioniera della moda italiana e ideatrice del concetto di “Made in Italy” nel lontano 1906.
Uno dei momenti più suggestivi è stato il reading di documenti storici e autentici testi di Rosa Genoni, reso ancora più coinvolgente dall’interpretazione dell’attrice Cristina Castigliola e dall’accompagnamento musicale di Omar Halabi al pianoforte. La giornata si è conclusa con un brindisi offerto dalle Cantine Vitea di Faravelli, accompagnato dai tradizionali Krumiri Rossi, curati con attenzione da Anna Portinaro.
In occasione del settantesimo anniversario della scomparsa della stilista, Faravelli si impegnerà in una serie di iniziative pubbliche che esploreranno la vita e le opere di Genoni in luoghi simbolici della Lombardia, dalla sua città natale Tirano, alla Valtellina, Milano, Monza e Varese, dove la stilista trascorse gli ultimi anni della sua vita.
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Nell’area del Sulcis, nella Sardegna sud-occidentale, le origini dell’agricoltura risalgono agli albori della civiltà isolana. Una tradizione sviluppata nel corso dei secoli da diversi popoli: prima la civiltà nuragica, poi il Sulcis divenne una colonia fenicia e in seguito l’intera Sardegna fu ceduta, insieme alla Corsica, ai Romani come risarcimento dai Cartaginesi dopo la Prima guerra punica. Importante anche l’influenza spagnola che rimase sull’isola per 300 anni.
L’Azienda agricola Crare Luxi, di proprietà di Roberto Canedoli, dispone nel Sulcis di due tenute, una a Iglesias e l’altra nei pressi di Giba. Intervistiamo Roberto Canedoli per raccontarci della sua impresa.
Roberto, tu sei storicamente un professionista dello sviluppo di prodotti e servizi. Come ti è venuto in mente di iniziare questa tua nuova attività agricola?
Sono un sardo-lombardo nato a Milano ma figlio di madre sarda di Sinnai in provincia di Cagliari. Le mie estati da adolescente le ho passate a Ussana dove accompagnavo mio zio Salvatore in campagna a lavorare. Mi ha trasmesso il suo amore per la terra. Ho avuto sempre anche la passione per il giardinaggio e nel 2019 ho fatto il grande passo acquistando un terreno di 6.5 ettari nel comune di Giba, località Villarios, nel Sulcis Iglesiente. Abbiamo installato 2200 piante con un sesto (la distanza tra le piante) scegliendo un sesto tradizionale, 6m×4,5m. La qualità di cultivar sono Bosana, Semidana e Nera di Villacidro. Sono cultivar autoctoni sardi di buona produttività e particolarmente carichi di polifenoli. Sono quelli previsti per avere un giorno il marchio DOP di olio sardo.
Si è aggiunto inoltre, con il mio carissimo amico Andrea Pagoto, anche lui grande appassionato, un altro terreno di 2 ettari localizzato nella zona di Iglesias. In aggiunta alle piante già adulte già esistenti, abbiamo aggiunto altre 1000 piante. Abbiamo avuto già a fine Novembre 2022 la prima produzione che ci ha permesso di iniziare a proporre l’olio extravergine sul mercato.
Affianco quindi la mia attività “normale” di professionista con quella agricola dedicandoci sempre più tempo.
L’ impegno, così come nei tempi lontani, è quello di continuare a collaborare con la Natura per farci donare prodotti d’eccellenza della terra italiana. Ogni attività è infatti pensata nel rispetto della tradizione ma prestando la massima attenzione a quello che la tecnologia può dare per migliorare la qualità dei prodotti e il servizio ai nostri Clienti.
Quali sono le principali difficoltà?
Il lavoro in campagna è durissimo e non lo capisci finchè non lo fai per diversi giorni consecutivi. Soprattutto per, diciamolo, i neofiti come lo sono io. Sveglia prima dell’alba, anche d’estate, e si lavora fino ad esaurimento delle energie ma lo faccio volentieri. La soddisfazione però di vedere la Natura che man mano va avanti supera ogni stanchezza. La mattina quando arrivi in campagna il primo pensiero e di non potercela fare. Poi man mano le cose si risolvono. In agricoltura impari il concetto di pazienza e attesa.
Ed i rapporti con i tuoi vicini agricoltori?
I nostri vicini, veri agricoltori, sono tutti molto collaborativi oltre che di una gentilezza veramente unica. Ognuno ci insegna qualcosa che cerchiamo di imparare in fretta. Da come lavorare la terra a come innestare le piante come probabilmente si faceva 2000 anni fa. Si torna anche ad una fantastica economia di scambio di aiuti e beni che è elemento non proprio ordinario in una vita cittadina. Cerco di ricambiare ma mi sento sempre a debito.
La nostra idea è che quei terreni abbandonati da decenni diventino dei giardini. Probabilmente saranno goduti da altri ma intanto abbiamo l’orgoglio di aver lasciato un segno concreto sul pianeta terra.
Ci racconti dei vostri prodotti e dei metodi di coltivazione?
Il nostro catalogo è molto semplice al momento. Bottiglie da 500ML, Bag-In-box da 3000ML e una piccola bottiglia da 250ML. Il nome Crare Luxi, che in sardo significa Luce Chiara, è dedicato ai miei figli Luca e Chiara ed il simbolo del logo si ispira a una pintadera nuragica, un timbro in terracotta che veniva usato per marchiare il pane (fatto in casa e cotto nel forno comune del villaggio) e quindi per riconoscerlo da quelli prodotti da altre famiglie. Usanza ancora presente in alcune aree dell’isola. Il nome di Amsicora invece deriva dall’eroe agricoltore-guerriero sardo che nel 215 AC guidò una rivolta antiromana. Il vecchio stadio di Cagliari ha questo nome.
Sei un agricoltore Biologico?
La coltivazione è da tre anni in percorso BIO e la certificazione potrà avvenire già alla fine di quest’anno. La coltivazione BIO comporta la totale assenza di antiparassitari e fertilizzanti chimici e, per sopperire alla mancanza di questi prodotti sintetici, abbiamo coltivato già dall’inizio nelle interfile del foraggio, delle fabacee come il trifoglio in varie qualità e avena spontanea. Queste azotano in modo naturale il terreno rendendolo più fertile effettuando il sovescio che comporta la necessità di sotterrare meccanicamente in superfice i residui vegetali dopo il raccolto. Utilizziamo poi il letame ovino che è tra i migliori. Tutta la produzione di foraggio viene raccolta ed utilizzata dalle aziende di allevamento ovino della zona. Il loro latte è conferito al Caseificio Allevatori Sulcitani Monte Sirai di Carbonia che diventa pecorino sardo DOP distribuito poi in tutto il mondo. Per i parassiti invece uso trappole meccaniche e altri sistemi Bio. Anche qui. Mietere tra i filari è un’opera di fino e ci vuole molta pazienza.
Ho visto che usate un trattore storico.
L’importante crescita di erba intorno alle piante la risolviamo tenendo pulito il terreno dopo la raccolta del foraggio. A tal fine, per passione anche per il vintage di qualità, abbiamo recuperato un trattore Fiat 45 della serie Diamante del 1968. Il trattore è stato tutto ristrutturato e revisionato ed abbiamo acquistato le attrezzature necessarie. È un carro armato e fa egregiamente il suo lavoro e abbiamo trovato importante recuperare un mezzo icona della storia dell’agricoltura italiana. Concetto pratico del recupero. Poi zero elettronica e dico tutto.
Quali sono gli accorgimenti da tenere per ottenere un olio extravergine di qualità?
Un olio di qualità si distingue per l’attenzione che viene prestata in ogni fase della sua produzione.
Oltre alla gestione in campo è necessario effettuare una raccolta che permetta di portare in serata al frantoio il prodotto per evitare ogni inizio di fermentazione e mantenere quindi bassa l’acidità. Il frantoio è stato scelto anche un po’ distante dalle tenute in quanto ha una linea di estrazione dedicata alle coltivazioni Bio. E vi assicuro che non è facile trovarne. Poi c’è la conservazione. L’olio franto deve passare un periodo di decantazione naturale per renderlo perfettamente limpido. Sempre il concetto di pazienza. Viene conservato in contenitori di acciaio in assenza di aria e lo imbottigliamo solo al ricevimento degli ordini. Tutto questo processo garantisce il massimo della qualità.
La coltivazione Bio non è semplice e te ne accorgi quando vedi per esempio le erbacce che crescono ovunque e devi eliminarle meccanicamente.
Quali sono i mercati ai quali vi rivolgete?
Produrre un olio con queste caratteristiche comporta, oltre alla passione e una particolare attenzione per i dettagli, la ricerca di consumatori attenti al consumo giornaliero di un prodotto di alta qualità. Ci rivolgiamo quindi, oltre che ad una lista di clienti affezionati diretti, a piccoli distributori che fanno della estrema qualità un elemento primario dell’inserimento nel loro catalogo.
I prossimi progetti?
Tra i filari abbiamo piantato diverse centinaia di piante di mirto, pianta simbolo della Sardegna. Anche loro coltivati, con grande fatica in quanto da tenere puliti dalle erbacce a mano, in modalità Bio. Sono un appassionato del liquore di Mirto e quindi produrrò, secondo antiche ricette di famiglia, un mirto con il brand Crare Luxi. Le mitiche bacche arriveranno a breve e siamo pronti ad utilizzarle.
Quest’anno dedicheremo altre zone tra gli ulivi a delle piante officinali con la finalità di estrarre gli oli essenziali per diversi usi.
Grazie Roberto e buon lavoro!
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Janaina Torres nominata Miglior Chef donna 2024 dell’America Latina
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6 mesi faon
25/03/2024Attivista, sommelier e chef, Torres è stata nominata Miglior Chef Donna dell’America Latina come parte dei 50 Migliori Ristoranti dell’America Latina 2023 ed è ora riconosciuta per il suo significativo contributo culinario su scala globale. Come chef e co-proprietaria del ristorante di alta cucina di São Paulo A Casa do Porco, del bar informale Bar da Dona Onça, del chiosco di hot dog Hot Pork, del negozio di pranzi e panini Merenda da Cidade e della gelateria Sorveteria do Centro, Torres è diventata una figura chiave nella scena culinaria della città brasiliana.
Torres è anche profondamente coinvolta in progetti di attivismo sociale, avendo lavorato con il governo di São Paulo per formare cuochi scolastici al fine di migliorare la nutrizione di 1,8 milioni di bambini in soli quattro anni. Durante la pandemia, la chef ha coinvolto la sua comunità mobilitando migliaia di chef brasiliani e lavoratori del settore alberghiero per fare pressione sul governo per un sostegno finanziario vitale per l’industria.
A Casa do Porco, il ristorante co-gestito dalla Chef Torres, è famoso per il suo menu innovativo di maiale da naso a coda, senza sprechi, ed è arrivato al numero 12 nella lista dei 50 Migliori Ristoranti del Mondo 2023.
William Drew, Direttore dei Contenuti per The World’s 50 Best Restaurants, afferma: “È un vero privilegio annunciare che l’incomparabile Janaína Torres è stata nominata Miglior Chef Donna del Mondo 2024. Il suo contributo nell’afferma del Brasile come forza leader nell’industria gastronomica globale non può essere sottovalutato, e i suoi progetti filantropici evidenziano un impegno continuo verso la sua comunità. Questo premio è un riconoscimento del suo talento e del profondo impegno a promuovere un cambiamento positivo.”
La Chef Torres afferma: “Sono entusiasta di essere stata nominata Miglior Chef Donna del Mondo 2024 e di unirmi all’incredibile lista di coloro che sono stati premiati prima di me. Spero di ispirare la prossima generazione di chef donne e di continuare a costruire un’eredità per la gastronomia brasiliana, insieme alla mia comunità. Per me, questo premio rappresenta una piattaforma importante per dare visibilità all’educazione attraverso e per il cibo, che considero essenziale per un futuro più giusto nel mio paese e nel mondo.”
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Image: MARCUS STEINMEYER
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