Lo splendido campo firmato da Greg Norman, inserito nell’Aurora Resort ad Anguilla, è considerato il secondo miglior percorso del Caribe, dove pure la concorrenza non manca.La piccola, appartata isola delle Antille annovera trentatré spiagge ritenute fra le più belle del mondo e richiama, da tempo, molti grandi nomi dello “star system”.
di Massimo De Luca
Anguilla – Qui, nel cuore dei Caraibi, a poche miglia dal leggendario Mar dei Sargassi, sventolavano un tempo le bandiere dei Pirati, che ne avevano fatto una delle loro basi-rifugio.
Oggi, più placidamente, sventolano le bandiere dello spettacolare percorso a 18 buche, firmato da Greg Norman, lo Squalo Bianco che in questi mari limpidi deve essersi ambientato molto bene tanto da aver disegnato, oltre a questo inserito nel lussuoso “Aurora Resort”, altri campi di prestigio nelle varie isole (Portorico, Bahamas, Cayman).
Anguilla è Caraibi in purezza. Sulla sua superficie di 26 km di per appena 5 di larghezza (a forma, appunto, di anguilla, da cui il nome proprio in Italiano) si contano 33 spiagge ritenute, non a torto, tra le più belle del mondo. E, a visitarle, si fatica a stilare una classifica che peraltro potrebbe andare solo dal bellissimo al sublime.
Chuck Norris come Corto Maltese
Hugo Pratt aveva immaginato qui la residenza del suo Corto Maltese, che abitava nella vicina Antigua ma ogni tanto vi tornava a trovare qualche amico. E forse suggestionato dalle storie disegnate da Pratt, qui aveva costruito una bella villa sulla Shoal Bay, un altro uomo d’avventure, ma in carne ed ossa: Chuck Norris, che fra un combattimento contro Bruce Lee al Colosseo e una puntata della mitica serie Walker Texas Ranger (di cui è stato protagonista), vi si rifugiava spesso a riposare con sua moglie, e tenersi in forma nell’attrezzatissima palestra di casa o correndo sulla spiaggia. Oggi, 83enne e divorziato, Chuck non si fa più vedere sull’isola ma in compenso, proprio accanto alla sua ex villa (venduta e disponibile in affitto) ha una proprietà Denzel Washington e frequentatrici abituali risultano molte altre celebrità: da Leonardo Di Caprio a Paul McCartney, da Beyoncé a Liam Neeson, da Justin Timberlake a Michael Jordan che, da appassionato golfista, è stato avvistato, sigaro in canna, proprio sulle buche dell’Aurora International Course, in compagnia di un altro fuoriclasse dello sport americano, Derek Jeter, asso in pensione dei New York Yankees di baseball.
Come arrivare ad Anguilla
I turisti europei “normali” raggiungono l’isola atterrando sulla vicina Saint Martin con un volo diretto da Parigi o da Amsterdam oppure facendo scalo negli Stati Uniti (prima di una breve traversata a bordo di veloci motoscafi); loro, le “celebrities”, atterrano con voli privati al piccolo aeroporto turistico o sbarcano dagli yachts provenienti magari da St Barth o da St Kitts e Nevis, località caraibiche di gran tendenza, dove però la loro privacy è più a rischio. Anguilla, con la sua poca mondanità e la gentile accoglienza dei locali, garantisce un soggiorno più tranquillo, valore inestimabile per chi deve spesso difendersi dall’invadenza dei fans.
L’ospitalità degli anguillani
Del resto gli anguillani hanno fatto dell’ospitalità, sommata alla straordinarietà delle loro spiagge, un vero e proprio valore aggiunto: nelle scuole tutti i ragazzi seguono un programma di studio, chiamato non a caso “Smile”, centrato sul senso dell’accoglienza. Una mossa accorta, considerato che il turismo è la risorsa economica più importante dell’isola che fa parte del Regno Unito, con un Governatore nominato da Re Carlo d’Inghilterra su consiglio del Parlamento britannico.
Deve aver fatto breccia il programma di studi “Smile” e infatti è sempre con un sorriso che gli addetti a qualsiasi attività turistica locale accolgono il turista.
Il campo, un gioiello
“L’acqua, la sabbia bianchissima, il mare che arriva a lambire i green di alcune buche. Gli elementi del bel campo disegnato da Greg Norman sono, anch’essi, tipicamente caraibici. Emozionante è lo spettacolo dal tee della buca 1, dove lo sguardo, volando sulle trasparenze del mare, spazia fino alle coste della vicina isola di Saint Martin. La sabbia è elemento dominante a contrasto col verde impeccabile e impeccabilmente mantenuto dei fairways duri, compatti, generosi con le traiettorie dei colpi che se ne avvantaggiano in lunghezza. Non solo i consueti bunker di green o di metà strada: no, è soprattutto l’ampiezza di molte waste areas a creare l’effetto cromatico e, anche, a pretendere molta precisione, specie sui tee shot, per non ritrovarsi un secondo colpo più delicato del normale. L’acqua entra molto spesso in gioco e non solo sui colpi di partenza. L’ampiezza dei fairways perdona qualche errore di traiettoria ma se si esagera con lo slice o col gancio (e se non si valuta bene l’intensità del vento, gentile ma mutevole) sperare di non perdere la pallina è arduo perché la vegetazione a guardia del percorso è densa e fitta. Ne escono, con una certa frequenza, bellissimi esemplari di iguana di varie età, anche grandicelle. Non sembrano troppo preoccupate dal rischio di essere colpite da palline vaganti. Imperturbabili, magari appostate a bordo dei laghetti, paiono nutrire un’inopportuna fiducia nella precisione dei giocatori in campo.” (Greg Norman)
Il golf tra mare e sabbia
Comunque, iguana a parte, la scoperta del campo procede di sorpresa in sorpresa: buche mai banali, sempre diverse l’una dall’altra, un disegno intrigante che sottopone a test ora la potenza, ora la precisione, ora la strategia. Un par 72 di 6550 metri dai tee “Rock”, i più impegnativi che richiedono un livello di gioco “one digit”, di 6190 dai tee “Ocean”, più abbordabili a livello medio. Ma sono previsti altri tre tee box (Sunrise, Sand, Coral) a disposizione delle signore o di chi non vuole (o non può) sfidare troppo il campo sul piano della potenza, dato che molto spesso bisognerà volare un bel tratto d’acqua per atterrare in fairway. Un grande campo, insomma, classificato dalla “Bibbia” del Golf mondiale (Golf Digest) al secondo posto tra i percorsi esistenti nei Caraibi, dove pure la concorrenza non manca.
Aurora, un Resort a cinque stelle dove anche la cucina italiana è impeccabile
Il campo fa parte dell’Aurora Resort, uno dei più prestigiosi dell’isola, dove, comunque, la scelta di strutture pluristellate è molto ampia. L’Aurora si affaccia sulla Rendezvous Beach, una lunga falce di sabbia immacolata. Un recente investimento multimilionario della nuova proprietà (prima si chiamava Cuisinart) ne ha ulteriormente innalzato il livello. Con una scelta di 178 lussuose suite e ville tutte a ridosso del mare gli ospiti hanno a disposizione ogni tipo di opzione. Piscine, idromassaggi, parco giochi d’acqua per i bambini, una Spa ampia e attrezzatissima. Ma il fiore all’occhiello è la cucina, differenziata tra i sei ristoranti.
“D Richard’s” (il nome del nuovo proprietario del Resort) è una steak house (unica di tutta l’isola) giusto davanti alla club house del campo da golf; Tokyo Bay, collocato nello stesso edificio della Sorana Spa, è il raffinato ristorante giapponese dove Federica, giovane e gentilissima Direttrice italiana dei Ristoranti, assiste e consiglia al meglio i clienti; Chef’s Table è il ristorante internazionale nel cuore del Resort, ai margini della grande piscina, dove si consuma anche la prima colazione. Il “C Level” e il “Breezes” sono i due locali a bordo spiaggia dove le grigliate di aragoste, gamberi e pesci sono l’ideale intermezzo a una giornata di mare. Ma per noi italiani l’appuntamento imperdibile è all’Oliva, ristorante che propone, grazie a un bravo chef romano, Riccardo Brian, piatti della nostra cucina rigorosamente interpretati e alimentati, come gli altri, dalle verdure coltivate sul posto nella farm di Aurora. Risultato (personalmente sperimentato da un romano, cioè chi scrive): una “Gricia” o una “Amatriciana” impeccabili (e tanto altro di nostro, naturalmente), qui nel cuore dei Caraibi, ben lontani da Trastevere o dal Colosseo.
Aurora Entertainment Park
Più che un cenno merita poi il nuovo Aurora Entertainment Park, molto vicino al campo da golf che dispone di un centro tennis di livello mondiale, campi da pickleball, parete da arrampicata, beach volley, bocce in terra battuta, campi da basket e un campo da minigolf a 9 buche oltre a un complesso di piscine per famiglie con parco acquatico, splash pad, piscina a ingresso zero, fiume lento tutto in via di completamento.
Spiagge, isolette e quel galeone affondato tre secoli fa
Si può essere maniaci di golf e, dunque, godersi l’Aurora International allo sfinimento, ma sarebbe impossibile non cedere al fascino delle spiagge anguillane.
Sono trentatré e tutte bellissime, abbiamo detto: sono anche tutte pubbliche e, con una temperatura media annua di 28° (idem per l’acqua) non approfittarne sarebbe un delitto.
Ogni baia, ogni spiaggia, ogni insenatura, ogni grotta ha caratteristiche uniche, per le rocce, il corallo o per le piante tropicali. C’è veramente una spiaggia per tutti i gusti, ed è obbiettivamente condivisibile il giudizio di “Condé Nast Traveller” (la più accreditata rivista turistica del mondo) secondo cui “Molte isole caraibiche sarebbero felici di avere almeno una delle 33 spiagge di Anguilla”. La barriera corallina è l’ideale per un semplice snorkeling, sette parchi acquatici sono ideali per i sub più esperti, mentre da aprile a novembre può capitare di nuotare accanto a tartarughe marine neonate.
Avventura subacquea
Ma tra le varie possibilità c’è anche una speciale avventura subacquea: il relitto di un vero galeone spagnolo del 18° Secolo. El Buen Consejoaffondò al largo della costa sud-est di Anguilla l’8 luglio 1772. La nave faceva parte di una flotta diretta in Messico per convertire gli abitanti. Tutti, passeggeri e ciurma, furono tratti in salvo.
Successivamente un uragano affondò definitivamente El Buen Consejo. Da allora si perse anche la sua posizione ma il relitto fu poi individuato da un pescatore locale che condivise a lungo il suo segreto soltanto con il Dr. Raymond Knudsen, un subacqueo del Vermont, ad evitare che i cacciatori di tesori lo saccheggiassero. Infine il Governo ha autorizzato l’esplorazione del fondale e ha creato un parco-museo sottomarino accessibile in immersione.
La barriera corallina di Prickly Pear
Altra esperienza imperdibile è un’escursione su una delle isolette al largo di Anguilla. Prickly Pear si trova a poche miglia dalla costa di Anguilla ed ha spiagge bianche accecanti. Un’attenzione particolare merita la barriera corallina incontaminata di Prickly Pear dove fare snorkeling. Un’altra tappa irrinunciabile è Island Harbour, villaggio di pescatori: qui basta parcheggiare l’auto, fare un cenno con la mano e veder rapidamente arrivare una barca che vi condurrà in un paio di minuti a Scilly Cay, un atollo minuscolo rinomato per i suoi deliziosi piatti. Da non perdere assolutamente è una giornata a Sandy Island, che si trova proprio davanti a Sandy Ground: una macchia bianca di sabbia che risalta nel mare turchese. Simone e il suo team accolgono gli ospiti per coccolarli con cocktail e grigliate memorabili.
In conclusione, Anguilla, mèta poco nota in Italia, è davvero una piccola gemma nel cuore dei Caraibi. E’ una destinazione di lusso, dove il lusso, oltre alle strutture alberghiere e all’impareggiabile qualità del mare, è rappresentato anche dalla quiete, dalla non-mondanità, dal relax garantito da un luogo quieto e appartato. Appartato, non certo noioso. Sulle varie spiagge è tutto un fiorire di piccoli locali e chiringuitos dove mangiare, gustare cocktail, ascoltare musica caraibica, spesso dal vivo e “pied dans l’eau”. La stagione delle piogge, contenute, va da agosto a novembre, mentre quella dei cicloni inizia a giugno e finisce a ottobre. Il momento migliore è l’inverno, periodo che coincide con l’alta stagione turistica. Nei mesi estivi, da giugno ad agosto, il tempo è caldo e umido, ma in compenso i prezzi sono più contenuti.
Tutte le informazioni su Aurora Resort a questo link
Digital BLeisure inizia a pubblicare una serie di articoli di Sara Vitali, sustainability and tourism expert, sulla tematica della sostenibilità nel settore del turismo e con i migliori operatori individuati. Ecco la prima delle proposte Top 5, che sarà seguita dalle altre “puntate”, dei migliori operatori di turismo sostenibile in tutto il mondo. Una selezione di Sara Vitali, in collaborazione di Digital BLeisure, secondo criteri che vanno dal rispetto delle bellezze e delle risorse naturali nelle esotiche destinazioni in catalogo fino alle relazioni intessute con residenti e comunità locali, ascoltando le necessità degli ospiti e personalizzando le proposte.
TROPIC JOURNEYS IN NATURE
Tropic Journeys in Nature è un tour operator che propone avventura, natura e incontro in America Latina. Lavora con gli indigeni Huaorani nella remota foresta amazzonica e ha sviluppato il primo programma di turismo comunitario a Floreana Island nelle Galapagos.
Tropiccompie 30 anni e le parole di Jascivan Carvalho, il proprietario e CEO, descrivono quello che è stato e continua ad essere un viaggio-avventura incredibile. “Dai nostri umili inizi in Amazzonia all’espansione dei nostri orizzonti verso destinazioni uniche come le isole Galapagos, le Ande e ora i paesaggi mozzafiato della Patagonia, abbiamo visto di tutto. Ma non si tratta solo dei luoghi in cui siamo stati, bensì delle persone che abbiamo incontrato e delle lezioni che abbiamo imparato. Abbiamo ascoltato le vostre esigenze, collaborato con partner locali e creato esperienze che risultano apprezzatissime dai nostri viaggiatori”.
E ancora, in merito agli obiettivi raggiunti e futuri, Carvalho aggiunge: “Nel 2023 abbiamo ottenuto con orgoglio la ri-certificazione Preferred by Nature (precedentemente Rainforest Alliance) in Ecuador e Perù, riaffermando la nostra leadership nella sostenibilità. Tuttavia, il nostro lavoro non è ancora finito. Siamo determinati ad affrontare le questioni climatiche con decisione e a puntare alla neutralità delle emissioni di carbonio. In occasione del nostro 30° anniversario, siamo entusiasti di presentare il nostro primo Impact Report, che segna il prossimo capitolo del nostro impegno per la sostenibilità”.
Il segreto per un buon turismo è l’ascolto, perciò il signor Jascivan ha scelto di ascoltare sia le necessità del popolo Huaorani, con cui ancora oggi collabora, sia quelle dei propri clienti per organizzare delle esperienze interessanti e indimenticabili.
I prezzi del cacao stanno vivendo un’impennata senza precedenti, superando la soglia dei 10.000 dollari alla tonnellata e aprendo la strada a un ulteriore rincaro della cioccolata. Questo aumento vertiginoso è stato innescato dalle difficoltà di produzione riscontrate in alcuni paesi dell’Africa occidentale, come il Ghana e la Costa d’Avorio, che hanno visto i prezzi triplicare negli ultimi 12 mesi.
Le condizioni meteorologiche avverse, tra abbondanti piogge e siccità, insieme alle malattie diffuse tra i raccolti, hanno messo a dura prova la produzione di cacao in questi due principali paesi produttori. Questo mix di fattori ha reso il trasporto del cacao verso i porti un’impresa complicata, contribuendo all’attuale crisi dei prezzi.
Prezzo USD/Ton. Fonte NASDAQ
La Costa d’Avorio e il Ghana sono i due maggiori produttori mondiali di cacao, fornendo insieme circa due terzi della produzione globale. Ogni variazione nella loro produzione ha un impatto significativo sul mercato del cacao, influenzando direttamente i prezzi a livello internazionale.
Per sostenere le vendite e fronteggiare l’aumento dei costi, molte catene americane hanno incrementato gli sconti per i prodotti di Pasqua, come Cadbury, Reese’s, Hershey’s, M&M e Lindt. Tuttavia, gli osservatori ritengono che questi sconti possano non essere sufficienti a compensare l’impatto degli aumenti di prezzo già applicati ai consumatori, rischiando di ridurre ulteriormente la domanda di cioccolato.In questo contesto di prezzi record e difficoltà di produzione, il settore del cacao si trova di fronte a una sfida senza precedenti, con conseguenze che si ripercuotono su tutta la catena del valore, dai produttori ai consumatori.
La situazione attuale prefigura un 2024 difficile per i produttori di cioccolato, con una Pasqua che potrebbe registrare una crescita limitata nel settore e un’incertezza che si prospetta per il futuro.
La Costa d’Avorio: Tesori da Scoprire
La Costa d’Avorio, con la sua capitale economica Abidjan, è una destinazione turistica affascinante. Le spiagge sabbiose animate da bar e ristoranti offrono un’atmosfera vibrante e accogliente. A soli 40 km da Abidjan si trova Grand-Bassam, una pittoresca città costiera famosa per i suoi sport acquatici e la pesca. Per gli amanti della natura, il Parco Nazionale di Taï rappresenta una tappa imperdibile, essendo la più grande foresta pluviale tropicale dell’Africa occidentale. Inoltre, il Parco Nazionale di Comoé offre un’esperienza unica nella natura selvaggia del paese. La capitale politica, Yamoussoukro, vanta edifici architettonici di pregio come la Basilica di Notre Dame de la Paix, che meritano una visita approfondita.
Il Ghana: Terra di Storia e Cultura
Il Ghana, con la sua capitale Accra, è un mix affascinante di tradizione e modernità. Accra offre un vivace centro città e splendide spiagge che catturano l’attenzione dei visitatori. Cape Coast è celebre per i suoi castelli e fortezze coloniali, dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, mentre Elmina è conosciuta per ospitare uno dei più grandi mercati di pesce dell’Africa occidentale. Il Parco Nazionale di Kakum è rinomato per il suo percorso sospeso tra gli alberi della foresta pluviale, offrendo un’esperienza unica a contatto con la natura. Kumasi, capitale dell’Impero Ashanti, è ricca di mercati tradizionali e palazzi che raccontano la storia e la cultura del popolo Ashanti.
Destinazioni Turistiche da Non Perdere
Costa d’Avorio: Abidjan, Grand-Bassam, Parco Nazionale di Taï, Parco Nazionale di Comoé, Yamoussoukro.
Ghana: Accra, Cape Coast, Elmina, Parco Nazionale di Kakum, Kumasi.
Un viaggio in Costa d’Avorio e Ghana è un’opportunità unica per esplorare le perle dell’Africa occidentale, immergendosi nella cultura, nella storia e nella bellezza naturale di queste affascinanti nazioni. Che si tratti di rilassarsi sulle spiagge, esplorare antiche rovine o avventurarsi nella foresta pluviale, questi due paesi offrono un’esperienza indimenticabile per i viaggiatori in cerca di nuove scoperte e avventure.
Phuket, la più grande isola della Thailandia, è situata nel Mar delle Andamane ed è famosa per le sue spiagge vivaci, le foreste pluviali rigogliose e una scena culturale dinamica. Conosciuta come la “Perla delle Andamane“, questa destinazione offre un mix perfetto di bellezze naturali, storia e comfort moderni, rendendola una scelta top per i viaggiatori di tutto il mondo.
Il momento migliore per visitare Phuket
Il periodo ideale per visitare Phuket è durante la stagione secca, che va da novembre ad aprile. In questi mesi, il clima è il più piacevole, con giorni soleggiati e temperature più fresche, ideali per le attività da spiaggia e per esplorare l’isola. Il monsone del nordest durante questo periodo porta venti più secchi, risultando in meno piogge e umidità ridotta. Vedi qui il meteo di Phuket.
Al contrario, i mesi da maggio a ottobre segnano la stagione dei monsoni a Phuket, dove il clima è più umido e le piogge sono più frequenti, in particolare in settembre e ottobre. Tuttavia, questo periodo offre anche il vantaggio di minor affollamento e prezzi più bassi, attraendo viaggiatori attenti al budget e coloro che cercano un’esperienza più tranquilla.
Informazioni di viaggio e attrazioni di Phuket
L’Aeroporto Internazionale di Phuket funge da porta d’accesso all’isola, con voli diretti dalle principali città di tutto il mondo. Una volta arrivati, i visitatori possono scegliere tra una varietà di opzioni di trasporto, inclusi taxi, autobus e noleggio di motociclette, per spostarsi sull’isola.
La costa ovest dell’isola è famosa per la sua gamma di spiagge, dalla movimentata Patong Beach, nota per la sua vita notturna e intrattenimento, alle più tranquille spiagge di Kata e Karon, ideali per famiglie e coloro che cercano un ritiro rilassante. Per un’esperienza più appartata, le spiagge sulla costa nord, come Mai Khao, offrono un ambiente pacifico lontano dalle folle.
Oltre alle sue spiagge mozzafiato, Phuket vanta un ricco patrimonio culturale visibile nella sua architettura, templi e mercati. La vecchia Phuket Town, con i suoi edifici colorati in stile Sino-Portoghese, offre uno scorcio sulla storia dell’isola ed è un vivace centro per assaporare la cucina locale e fare shopping. Templi notevoli come Wat Chalong e il monumento del Big Buddha forniscono spunti sulla significanza spirituale e culturale dell’isola.
Per i più avventurieri, le acque circostanti offrono eccellenti opportunità per lo snorkeling e le immersioni, in particolare intorno alle Isole Similan, famose per le loro acque cristalline e la diversa vita marina. Inoltre, Phuket funge da punto di partenza per escursioni alle isole vicine come Phi Phi e James Bond Island, note per i loro paesaggi mozzafiato e le iconiche scogliere calcaree.
Dove alloggiare a Phuket
Resort storico di Phuket è il Club Med che garantisce il massimo livello di servizio e di comfort. Nell’area Convenzioni di Digital BLeisure in partnership con L’Orchidea Viaggi verifica disponibilità e i migliori prezzi al Club Med Phuket agli utenti registrati di Digital BLeisure (registrati qui se non lo hai ancora fatto).
Phuket è una destinazione di primo livello, attirando visitatori con la sua combinazione di bellezza naturale, ricchezza culturale e attività avventurose. Che tu stia cercando una vacanza rilassante sulla spiaggia, un viaggio culturale o avventure acquatiche, Phuket offre un’esperienza unica per viaggiatori esigenti. Pianificare la tua visita durante la stagione giusta garantirà un viaggio memorabile e piacevole in questa incantevole isola thailandese.
Il Kenya è la miglior destinazione al mondo per l’osservazione e la fotografia della fauna selvatica, secondo una nuova classifica pubblicata dal portale di viaggi con sede a Cape Town, Go2Africa. Il Canada si è classificato al secondo posto, seguito da Singapore, Australia e Botswana nelle rispettive terza, quarta e quinta posizioni. In Africa, anche Tanzania, Namibia e Sud Africa sono entrati nella top ten.
Lo studio, che ha analizzato quasi 70 milioni di foto caricate dai viaggiatori su Flickr, ha mostrato che metà delle immagini proveniva dai paesi africani, con il Kenya in testa. Almeno il 20,69% delle immagini analizzate e taggate con l’etichetta “wildlife” (fauna selvatica) proveniva da Nairobi, secondo lo studio.
Lo studio ha inoltre scoperto che la scena della fauna selvatica in Kenya era superiore rispetto agli altri, vantando oltre 25.000 specie animali, 7.000 specie di piante e 2.000 specie di funghi e batteri.
I risultati non sorprendono i fotografi esperti e gli appassionati di fauna selvatica che da tempo riconoscono il Kenya come un paradiso per la fauna selvatica. Ospitando alcuni dei parchi e paesaggi più estesi del mondo, il Kenya vanta una ricca e diversificata collezione di fauna selvatica che tour safari da tutto il mondo viaggiano per vedere durante un safari in Kenya.
Il Masai Mara è il parco nazionale più popolare del paese. Oltre 90 specie di mammiferi e molte altre specie di uccelli chiamano Masai Mara e l’adiacente ecosistema del Grande Mara la loro casa. Anche l’iconico “Big Five” – leone, elefante, bufalo, leopardo e rinoceronte – hanno fatto del Masai Mara la loro residenza permanente.
La Grande Migrazione annuale nel Masai Mara è la ciliegina sulla torta. Ogni anno, milioni di gnu, zebre e gazzelle attraversano le pianure del Mara alla ricerca di pascoli più verdi. Questo fenomeno mozzafiato attira fotografi da tutto il mondo e offre loro eccellenti opportunità di catturare immagini mozzafiato.
Ai piedi del Monte Kilimangiaro, la vetta più alta dell’Africa, si trova il Parco Nazionale di Amboseli. Amboseli ospita grandi branchi di elefanti liberi sullo sfondo spettacolare del Monte Kilimangiaro, rendendo la fotografia nella regione particolarmente straordinaria. A completare la grande concentrazione di elefanti si stima che ci siano circa 80 diverse specie di animali africani. Tra questi ci sono leoni, leopardi, bufali, ippopotami, zebre, solo per citarne alcuni.
Nella parte settentrionale del Kenya, la Riserva Nazionale di Samburu offre un’abbondanza di specie uniche come le cinque specialità di Samburu – la zebra di Grevy, l’orice di Beisa, lo struzzo somalo, il gerenuk e la giraffa reticolata. Avvistare le cinque specialità mentre si muovono liberamente nelle praterie della riserva di Samburu è un’esperienza senza pari. È ancora meglio se si riescono a catturare questi magnifici momenti con la fotocamera.
Tuttavia, i paesaggi pittoreschi del Kenya consolidano ulteriormente la sua posizione come la miglior destinazione al mondo per i fotografi di fauna selvatica. Dalle vette innevate del Monte Kenya alle acque turchesi della costa dell’Oceano Indiano, il paese offre uno sfondo stupendo per la fotografia naturalistica, aggiungendo varietà e profondità al portfolio di qualsiasi fotografo.
In definitiva, non è un caso che il Kenya si affermi come la miglior destinazione al mondo per l’osservazione e la fotografia della fauna selvatica. Lo merita in ogni suo aspetto, grazie alla sua ricca biodiversità, agli ecosistemi diversificati e agli abitanti locali caldi e amichevoli. Basti dire che i fotografi che cercano di intraprendere un safari africano memorabile faranno fatica a trovare un posto migliore del Kenya.
Anguilla Island, una perla nascosta nei Caraibi, è un paradiso di tranquillità e bellezza incontaminata che aspetta solo di essere scoperto. Questa isola, con le sue spiagge di sabbia bianca che si estendono all’infinito, acque turchesi cristalline e un cielo sempre azzurro, offre un rifugio ideale per coloro che cercano pace e serenità lontano dal trambusto della vita quotidiana. Anguilla è più di una semplice destinazione vacanziera; è un’esperienza, un luogo dove l’ospitalità calda dei suoi abitanti si fonde con paesaggi naturali mozzafiato, creando un’atmosfera di assoluto relax e benessere.
Oltre alle sue spiagge da sogno, Anguilla vanta una ricca cultura culinaria, con ristoranti che offrono piatti raffinati a base di pesce freschissimo e specialità locali, accompagnati da viste sul mare che tolgono il fiato. L’isola è anche un crogiolo di arte e musica, con eventi culturali che si svolgono tutto l’anno, offrendo ai visitatori un assaggio della vibrante vita locale.
Invitiamo i viaggiatori a esplorare Anguilla attraverso il nostro video, che cattura l’essenza dell’isola, dalle sue tranquille albe fino ai tramonti infuocati, mostrando perché questo gioiello dei Caraibi sia la destinazione perfetta per chi cerca un’esperienza di viaggio autentica e indimenticabile.
Per maggiori informazioni e prenotazioni: ufficio del turismo di Anguilla, tel. 02 8953 4108 e-mail anguilla@depaoliassociati.com, – www.anguillacaraibi.com