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Crare Luxi: produrre Olio extravergine nel Sulcis
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10 mesi agoon
Nell’area del Sulcis, nella Sardegna sud-occidentale, le origini dell’agricoltura risalgono agli albori della civiltà isolana. Una tradizione sviluppata nel corso dei secoli da diversi popoli: prima la civiltà nuragica, poi il Sulcis divenne una colonia fenicia e in seguito l’intera Sardegna fu ceduta, insieme alla Corsica, ai Romani come risarcimento dai Cartaginesi dopo la Prima guerra punica. Importante anche l’influenza spagnola che rimase sull’isola per 300 anni.
L’Azienda agricola Crare Luxi, di proprietà di Roberto Canedoli, dispone nel Sulcis di due tenute, una a Iglesias e l’altra nei pressi di Giba. Intervistiamo Roberto Canedoli per raccontarci della sua impresa.
Roberto, tu sei storicamente un professionista dello sviluppo di prodotti e servizi. Come ti è venuto in mente di iniziare questa tua nuova attività agricola?
Sono un sardo-lombardo nato a Milano ma figlio di madre sarda di Sinnai in provincia di Cagliari. Le mie estati da adolescente le ho passate a Ussana dove accompagnavo mio zio Salvatore in campagna a lavorare. Mi ha trasmesso il suo amore per la terra. Ho avuto sempre anche la passione per il giardinaggio e nel 2019 ho fatto il grande passo acquistando un terreno di 6.5 ettari nel comune di Giba, località Villarios, nel Sulcis Iglesiente. Abbiamo installato 2200 piante con un sesto (la distanza tra le piante) scegliendo un sesto tradizionale, 6m×4,5m. La qualità di cultivar sono Bosana, Semidana e Nera di Villacidro. Sono cultivar autoctoni sardi di buona produttività e particolarmente carichi di polifenoli. Sono quelli previsti per avere un giorno il marchio DOP di olio sardo.
Si è aggiunto inoltre, con il mio carissimo amico Andrea Pagoto, anche lui grande appassionato, un altro terreno di 2 ettari localizzato nella zona di Iglesias. In aggiunta alle piante già adulte già esistenti, abbiamo aggiunto altre 1000 piante. Abbiamo avuto già a fine Novembre 2022 la prima produzione che ci ha permesso di iniziare a proporre l’olio extravergine sul mercato.
Affianco quindi la mia attività “normale” di professionista con quella agricola dedicandoci sempre più tempo.
L’ impegno, così come nei tempi lontani, è quello di continuare a collaborare con la Natura per farci donare prodotti d’eccellenza della terra italiana. Ogni attività è infatti pensata nel rispetto della tradizione ma prestando la massima attenzione a quello che la tecnologia può dare per migliorare la qualità dei prodotti e il servizio ai nostri Clienti.
Quali sono le principali difficoltà?
Il lavoro in campagna è durissimo e non lo capisci finchè non lo fai per diversi giorni consecutivi. Soprattutto per, diciamolo, i neofiti come lo sono io. Sveglia prima dell’alba, anche d’estate, e si lavora fino ad esaurimento delle energie ma lo faccio volentieri. La soddisfazione però di vedere la Natura che man mano va avanti supera ogni stanchezza. La mattina quando arrivi in campagna il primo pensiero e di non potercela fare. Poi man mano le cose si risolvono. In agricoltura impari il concetto di pazienza e attesa.
Ed i rapporti con i tuoi vicini agricoltori?
I nostri vicini, veri agricoltori, sono tutti molto collaborativi oltre che di una gentilezza veramente unica. Ognuno ci insegna qualcosa che cerchiamo di imparare in fretta. Da come lavorare la terra a come innestare le piante come probabilmente si faceva 2000 anni fa. Si torna anche ad una fantastica economia di scambio di aiuti e beni che è elemento non proprio ordinario in una vita cittadina. Cerco di ricambiare ma mi sento sempre a debito.
La nostra idea è che quei terreni abbandonati da decenni diventino dei giardini. Probabilmente saranno goduti da altri ma intanto abbiamo l’orgoglio di aver lasciato un segno concreto sul pianeta terra.
Ci racconti dei vostri prodotti e dei metodi di coltivazione?
Il nostro catalogo è molto semplice al momento. Bottiglie da 500ML, Bag-In-box da 3000ML e una piccola bottiglia da 250ML. Il nome Crare Luxi, che in sardo significa Luce Chiara, è dedicato ai miei figli Luca e Chiara ed il simbolo del logo si ispira a una pintadera nuragica, un timbro in terracotta che veniva usato per marchiare il pane (fatto in casa e cotto nel forno comune del villaggio) e quindi per riconoscerlo da quelli prodotti da altre famiglie. Usanza ancora presente in alcune aree dell’isola. Il nome di Amsicora invece deriva dall’eroe agricoltore-guerriero sardo che nel 215 AC guidò una rivolta antiromana. Il vecchio stadio di Cagliari ha questo nome.
Sei un agricoltore Biologico?
La coltivazione è da tre anni in percorso BIO e la certificazione potrà avvenire già alla fine di quest’anno. La coltivazione BIO comporta la totale assenza di antiparassitari e fertilizzanti chimici e, per sopperire alla mancanza di questi prodotti sintetici, abbiamo coltivato già dall’inizio nelle interfile del foraggio, delle fabacee come il trifoglio in varie qualità e avena spontanea. Queste azotano in modo naturale il terreno rendendolo più fertile effettuando il sovescio che comporta la necessità di sotterrare meccanicamente in superfice i residui vegetali dopo il raccolto. Utilizziamo poi il letame ovino che è tra i migliori. Tutta la produzione di foraggio viene raccolta ed utilizzata dalle aziende di allevamento ovino della zona. Il loro latte è conferito al Caseificio Allevatori Sulcitani Monte Sirai di Carbonia che diventa pecorino sardo DOP distribuito poi in tutto il mondo. Per i parassiti invece uso trappole meccaniche e altri sistemi Bio. Anche qui. Mietere tra i filari è un’opera di fino e ci vuole molta pazienza.
Ho visto che usate un trattore storico.
L’importante crescita di erba intorno alle piante la risolviamo tenendo pulito il terreno dopo la raccolta del foraggio. A tal fine, per passione anche per il vintage di qualità, abbiamo recuperato un trattore Fiat 45 della serie Diamante del 1968. Il trattore è stato tutto ristrutturato e revisionato ed abbiamo acquistato le attrezzature necessarie. È un carro armato e fa egregiamente il suo lavoro e abbiamo trovato importante recuperare un mezzo icona della storia dell’agricoltura italiana. Concetto pratico del recupero. Poi zero elettronica e dico tutto.
Quali sono gli accorgimenti da tenere per ottenere un olio extravergine di qualità?
Un olio di qualità si distingue per l’attenzione che viene prestata in ogni fase della sua produzione.
Oltre alla gestione in campo è necessario effettuare una raccolta che permetta di portare in serata al frantoio il prodotto per evitare ogni inizio di fermentazione e mantenere quindi bassa l’acidità. Il frantoio è stato scelto anche un po’ distante dalle tenute in quanto ha una linea di estrazione dedicata alle coltivazioni Bio. E vi assicuro che non è facile trovarne. Poi c’è la conservazione. L’olio franto deve passare un periodo di decantazione naturale per renderlo perfettamente limpido. Sempre il concetto di pazienza. Viene conservato in contenitori di acciaio in assenza di aria e lo imbottigliamo solo al ricevimento degli ordini. Tutto questo processo garantisce il massimo della qualità.
La coltivazione Bio non è semplice e te ne accorgi quando vedi per esempio le erbacce che crescono ovunque e devi eliminarle meccanicamente.
Quali sono i mercati ai quali vi rivolgete?
Produrre un olio con queste caratteristiche comporta, oltre alla passione e una particolare attenzione per i dettagli, la ricerca di consumatori attenti al consumo giornaliero di un prodotto di alta qualità. Ci rivolgiamo quindi, oltre che ad una lista di clienti affezionati diretti, a piccoli distributori che fanno della estrema qualità un elemento primario dell’inserimento nel loro catalogo.
I prossimi progetti?
Tra i filari abbiamo piantato diverse centinaia di piante di mirto, pianta simbolo della Sardegna. Anche loro coltivati, con grande fatica in quanto da tenere puliti dalle erbacce a mano, in modalità Bio. Sono un appassionato del liquore di Mirto e quindi produrrò, secondo antiche ricette di famiglia, un mirto con il brand Crare Luxi. Le mitiche bacche arriveranno a breve e siamo pronti ad utilizzarle.
Quest’anno dedicheremo altre zone tra gli ulivi a delle piante officinali con la finalità di estrarre gli oli essenziali per diversi usi.
Grazie Roberto e buon lavoro!
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Valtellina: Terra di Montagne, Vini e Tradizione Alpina
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4 mesi agoon
09/10/2024La Valtellina è una valle alpina situata nella Lombardia settentrionale, al confine con la Svizzera, che si estende per circa 120 chilometri. Circondata dalle maestose Alpi Retiche, è una terra ricca di tradizioni, paesaggi mozzafiato, e rinomata per la sua produzione vitivinicola di qualità. La Valtellina è una destinazione ideale per gli amanti della natura, dello sport e del buon cibo, grazie alla sua combinazione di montagne imponenti, borghi pittoreschi e una tradizione enogastronomica di alto livello.
Oltre a essere una meta di riferimento per gli appassionati di sci in inverno e trekking in estate, la Valtellina è celebre per i suoi vini Nebbiolo, coltivati su suggestivi terrazzamenti che si arrampicano sui ripidi pendii della valle. La regione offre una varietà di esperienze, dalle escursioni sulle sue vette fino alla scoperta delle sue terme e borghi storici.
Il paesaggio e il territorio
La Valtellina offre un paesaggio estremamente diversificato, caratterizzato da alte montagne, colline terrazzate e fertili pianure lungo il fiume Adda. La valle è protetta dalle Alpi Orobie a sud e dalle Alpi Retiche a nord, offrendo una cornice spettacolare per chi desidera esplorare la natura incontaminata. Le vette più alte, come il Bernina e il Disgrazia, offrono escursioni per tutti i livelli, dai sentieri facili alle arrampicate più impegnative.
Uno dei tratti distintivi della valle sono i terrazzamenti viticoli costruiti a mano dai viticoltori nel corso dei secoli. Questi terrazzamenti, sorretti da muri in pietra a secco, ospitano i vigneti di Nebbiolo, da cui nascono alcuni dei vini più pregiati d’Italia, come lo Sforzato di Valtellina e il Valtellina Superiore DOCG. Passeggiando tra i vigneti, è possibile godere di viste spettacolari sulle montagne circostanti e scoprire i piccoli borghi agricoli sparsi lungo la valle.
Cosa fare e vedere in Valtellina
1. Bormio e le sue terme: La città di Bormio è una delle località più famose della Valtellina, conosciuta per le sue sorgenti termali naturali, attive sin dai tempi dei Romani. Le Terme di Bormio offrono un’esperienza di benessere unica, con piscine all’aperto affacciate sulle montagne. Durante l’inverno, Bormio è una rinomata località sciistica.
2. Sentiero Valtellina: Un percorso ciclabile ed escursionistico di oltre 100 chilometri che attraversa la valle da Colico a Bormio. Perfetto per chi desidera esplorare la regione a contatto con la natura, il sentiero offre viste spettacolari sui vigneti, i boschi e il fiume Adda.
3. Stelvio: Il Passo dello Stelvio è uno dei passi alpini più famosi d’Europa, meta ambita dai ciclisti e dagli appassionati di motori per i suoi tornanti e la sua spettacolare altezza di 2.758 metri. In inverno è anche una delle poche località in Europa dove è possibile sciare tutto l’anno.
4. Livigno: Famosa per essere una zona franca, Livigno è una destinazione perfetta per chi cerca lo shopping duty-free e offre numerose attività outdoor, come sci, trekking e mountain bike. In estate, i sentieri di Livigno attirano appassionati di escursioni e di ciclismo su sterrato.
5. Val Masino e le terme di Bagni di Masino: Questa valle laterale della Valtellina è perfetta per chi ama il trekking e l’arrampicata, con il famoso Sentiero Roma che attraversa le montagne. Dopo una giornata di escursioni, le Terme di Bagni di Masino sono il luogo ideale per rilassarsi.
6. Vini della Valtellina: Gli amanti del vino non possono perdersi una visita alle cantine locali. Il vino più famoso della regione è lo Sforzato, ottenuto da uve Nebbiolo appassite, che dà vita a un vino rosso potente e aromatico. Le cantine offrono tour con degustazioni per scoprire i segreti della vinificazione valtellinese.
7. Sondrio: Capoluogo della provincia, Sondrio è una cittadina piacevole da visitare, con il suo centro storico ben conservato e il Castello Masegra, che domina la città. Sondrio è anche un punto di partenza ideale per esplorare i vigneti circostanti.
8. Chiavenna e le sue crotti: Chiavenna, situata vicino al confine svizzero, è famosa per i suoi crotti, grotte naturali utilizzate come cantine per la stagionatura del vino e del formaggio. Qui è possibile gustare i piatti tradizionali valtellinesi come i pizzoccheri e la bresaola.
9. Valtellina per gli sport invernali: Oltre a Bormio e Livigno, la Valtellina offre altre rinomate stazioni sciistiche come Aprica e Madesimo, perfette per chi ama lo sci alpino, lo snowboard e il freeride.
10. Tirano e il Trenino Rosso del Bernina: Tirano è un importante snodo ferroviario e il punto di partenza del celebre Trenino Rosso del Bernina, che attraversa le Alpi fino a St. Moritz in Svizzera. Questo treno panoramico offre un viaggio indimenticabile tra ghiacciai, montagne e laghi alpini.
Quando visitare la Valtellina
La Valtellina è una destinazione per tutte le stagioni. In estate, le giornate sono perfette per le escursioni, le passeggiate in bicicletta e la scoperta dei borghi storici. In inverno, le stazioni sciistiche offrono impianti di prim’ordine per sciatori e snowboarder. La primavera e l’autunno sono ideali per chi desidera godere di un clima mite e partecipare alle sagre locali, dove i prodotti tipici, come il vino, i formaggi e i salumi, sono protagonisti.
Che tu sia un amante della natura, un appassionato di enogastronomia o un avventuriero in cerca di sport all’aria aperta, la Valtellina saprà offrirti un’esperienza indimenticabile immersa nelle bellezze delle Alpi italiane.
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Le migliori zone in Italia per la cucina a base di funghi in autunno
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4 mesi agoon
08/10/2024L’autunno in Italia è la stagione perfetta per gli amanti dei funghi, poiché le foreste si riempiono di profumi e sapori che trovano la loro massima espressione nei piatti tipici regionali. Da nord a sud, ci sono diverse zone che offrono la migliore cucina a base di funghi, ciascuna con le sue tradizioni e ricette uniche.
1. Piemonte – Langhe e Monferrato
Il Piemonte è senza dubbio una delle regioni più rinomate per la cucina autunnale a base di funghi. Le colline delle Langhe e del Monferrato offrono un’abbondanza di tartufi bianchi e funghi porcini, che arricchiscono piatti come i tajarin ai funghi, la polenta con funghi trifolati e la classica bagna cauda. Durante la stagione autunnale, nei ristoranti e nelle trattorie locali vengono proposte degustazioni di piatti a base di funghi freschi, spesso raccolti nelle vicine foreste di castagni e querce.
In particolare, il tartufo bianco di Alba è una delle prelibatezze più celebri, ma anche i porcini trovano un posto d’onore nei piatti locali. Le fiere dedicate al tartufo e ai funghi attirano visitatori da tutto il mondo, offrendo l’opportunità di degustare piatti gourmet accompagnati dai rinomati vini locali come il Barolo e il Barbaresco.
2. Trentino-Alto Adige – Dolomiti e Val di Fiemme
Nel Trentino-Alto Adige, le foreste alpine sono il paradiso dei funghi porcini, finferli e ovuli. In autunno, le valli come la Val di Fiemme, la Val di Fassa e l’area delle Dolomiti offrono una straordinaria varietà di piatti a base di funghi selvatici. Le trattorie e i ristoranti della zona propongono ricette che uniscono la tradizione italiana con l’influenza tirolese, come i canederli ai funghi, gli spätzle con funghi e la polenta con funghi misti.
Durante i mesi autunnali, molte località della regione organizzano eventi e mercati dedicati alla raccolta dei funghi, in cui è possibile acquistare prodotti freschi e assaporare i piatti della tradizione montana. I funghi vengono spesso serviti insieme a salumi e formaggi locali, come lo speck e il formaggio Puzzone di Moena.
3. Toscana – Mugello e Casentino
La Toscana è un’altra regione che offre una cucina autunnale ricca di piatti a base di funghi, soprattutto nella zona del Mugello e del Casentino, dove i boschi di faggi e querce sono perfetti per la crescita dei porcini. Qui, i funghi vengono utilizzati per arricchire zuppe rustiche, come la ribollita o la pappa al pomodoro, ma anche per condire pasta fresca come le pappardelle ai funghi porcini.
Nel Mugello, i funghi porcini vengono celebrati con sagre ed eventi che riuniscono produttori locali e chef. Non mancano neppure le versioni arrosto o trifolate, servite con carne alla brace, o i funghi fritti, una vera specialità della cucina contadina toscana.
4. Umbria – Monti Sibillini e Valnerina
L’Umbria, con le sue foreste e colline, è conosciuta come il cuore verde d’Italia, e in autunno diventa una meta perfetta per chi ama i funghi. Le zone più rinomate per la raccolta e la cucina a base di funghi sono i Monti Sibillini e la Valnerina. I funghi porcini, ma anche chiodini e finferli, vengono usati in ricette tradizionali umbre, come la strangozzi ai funghi porcini o le zuppe di farro con funghi misti.
In Umbria, i funghi vengono spesso serviti con cacciagione o carne, come il cinghiale, creando piatti dal sapore robusto e rustico. Le sagre dedicate ai funghi e ai prodotti del sottobosco, come il tartufo, sono l’occasione perfetta per assaporare queste prelibatezze in ambienti suggestivi e tradizionali.
5. Emilia-Romagna – Appennino Reggiano e Modenese
L’Emilia-Romagna, e in particolare l’Appennino Reggiano e Modenese, è un’altra zona dove i funghi sono protagonisti della cucina autunnale. Le trattorie locali offrono piatti classici come le tagliatelle ai funghi porcini e i funghi fritti, preparati secondo le ricette di una lunga tradizione contadina.
In queste zone, i funghi sono spesso abbinati a prodotti tipici dell’Emilia-Romagna, come il Parmigiano Reggiano e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, creando un connubio di sapori unico e inconfondibile. Le sagre del fungo sono particolarmente sentite, con mercati dove si possono acquistare porcini freschi e secchi, oltre a degustazioni di piatti tradizionali.
6. Calabria – Sila
Nel sud Italia, l’altopiano della Sila, in Calabria, offre un ambiente perfetto per la crescita dei funghi porcini e altre varietà di funghi selvatici. Le fresche foreste di pini e abeti della Sila sono rinomate per la raccolta di funghi che vengono utilizzati nella cucina locale. Piatti come la pasta con funghi porcini e salsiccia o i funghi alla griglia sono tipici di questa zona, che combina i sapori del bosco con la tradizione culinaria mediterranea.
Dall’arco alpino al sud della Calabria, l’Italia offre una straordinaria varietà di regioni dove i funghi sono protagonisti indiscussi della cucina autunnale. Ogni regione ha le sue peculiarità, ma tutte condividono una profonda passione per i sapori autentici del bosco e le tradizioni culinarie che li esaltano.
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Valdobbiadene: Cuore del Prosecco e della Tradizione Veneta
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4 mesi agoon
08/10/2024La zona di Valdobbiadene
Situata nel nord-est dell’Italia, in provincia di Treviso, Valdobbiadene è una delle zone più rinomate al mondo per la produzione del Prosecco Superiore DOCG. Questo affascinante territorio collinare, inserito nel contesto delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2019 per il suo paesaggio agricolo unico, modellato da secoli di viticoltura eroica e tecniche tradizionali.
Valdobbiadene si trova a pochi chilometri da Treviso e a circa un’ora di auto da Venezia, rendendola una destinazione perfetta per una gita di un giorno o un soggiorno più lungo per chi desidera esplorare le eccellenze enogastronomiche del Veneto.
Il paesaggio e il territorio
Il paesaggio di Valdobbiadene è caratterizzato da dolci colline ricoperte di vigneti, che si estendono a perdita d’occhio. Questi pendii, spesso ripidi e difficili da coltivare, sono lavorati ancora oggi a mano dai viticoltori locali, un processo definito “viticoltura eroica” per l’impegno che richiede. Le colline sono interrotte da piccoli borghi e antiche case coloniche che raccontano la storia di una regione profondamente legata alla terra e alla tradizione vinicola.
I terreni calcarei e ben drenati, insieme a un clima mite e ventilato, creano le condizioni ideali per la coltivazione della vite Glera, l’uva utilizzata per la produzione del Prosecco Superiore DOCG. È qui, in queste colline, che nascono i vini spumanti apprezzati in tutto il mondo per la loro freschezza, eleganza e delicatezza.
Il Prosecco Superiore DOCG
Valdobbiadene è conosciuta in tutto il mondo per essere la patria del Prosecco Superiore DOCG. La denominazione DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) è il massimo riconoscimento per i vini italiani e garantisce la qualità e l’origine controllata del Prosecco prodotto in questa zona.
Il Prosecco di Valdobbiadene Superiore DOCG si distingue per la sua finezza e freschezza. Questo vino spumante, leggermente fruttato e floreale, si abbina perfettamente con una vasta gamma di piatti, dagli antipasti ai dessert, ed è particolarmente apprezzato come aperitivo. Esistono diverse versioni di Prosecco: Brut, Extra Dry e Dry, che si differenziano per il loro livello di zuccheri residui, consentendo di trovare il giusto abbinamento per ogni occasione.
Una delle sottozone più importanti di Valdobbiadene è il Cartizze, un’area collinare di circa 107 ettari che produce il Prosecco più pregiato e ricercato. Il Prosecco Superiore di Cartizze è considerato un vero gioiello enologico, famoso per la sua complessità aromatica e il suo sapore elegante.
Cosa fare e vedere a Valdobbiadene
Oltre alla scoperta dei vini locali, Valdobbiadene offre una serie di attività culturali e naturalistiche che permettono di apprezzare appieno il territorio:
1. Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene: Questo itinerario panoramico attraversa i vigneti della zona, offrendo la possibilità di visitare cantine locali, degustare vini e conoscere da vicino le tecniche tradizionali di vinificazione.
2. Visita alle cantine: Molte cantine storiche aprono le loro porte ai visitatori, offrendo tour guidati nei vigneti e nelle cantine. Qui puoi scoprire i segreti della produzione del Prosecco e partecipare a degustazioni.
3. Passeggiate tra i vigneti: Il paesaggio di Valdobbiadene è perfetto per passeggiate rilassanti tra i vigneti. I percorsi escursionistici permettono di immergersi nella natura e ammirare viste panoramiche mozzafiato.
4. Cartizze: Una visita alla sottozona di Cartizze è imperdibile. Qui, oltre ai vigneti pregiati, potrai ammirare un paesaggio unico e goderti un Prosecco Superiore in un ambiente suggestivo.
5. San Pietro di Barbozza: Questo piccolo borgo situato nelle colline di Valdobbiadene è famoso per la sua produzione di vini e offre panorami meravigliosi e un’atmosfera tranquilla.
6. Cison di Valmarino: Un borgo medievale vicino a Valdobbiadene, famoso per il Castello di Castelbrando, una delle più antiche fortezze d’Europa, e per i suoi eventi culturali e sagre locali.
7. Follina: Questo borgo è noto per la sua splendida Abbazia di Santa Maria, uno dei migliori esempi di architettura cistercense in Veneto, e per le sue acque termali.
8. Monte Cesen: Se ami le escursioni, il Monte Cesen offre percorsi trekking tra natura incontaminata e vedute panoramiche straordinarie che spaziano dalle Dolomiti al mare Adriatico.
9. Villa dei Cedri: Nel centro di Valdobbiadene, questa villa storica è circondata da un parco lussureggiante ed è il luogo perfetto per passeggiate rilassanti.
10. Eventi enogastronomici: Durante l’anno, Valdobbiadene ospita numerosi eventi legati al vino e alla cucina locale, come la Primavera del Prosecco e la Fiera di San Gregorio, che celebrano le eccellenze enogastronomiche del territorio.
Quando visitare Valdobbiadene
Il periodo migliore per visitare Valdobbiadene è la primavera e l’autunno, quando il clima è mite e i vigneti offrono uno spettacolo di colori. La vendemmia, che si svolge tra settembre e ottobre, è un momento speciale per immergersi nella cultura vitivinicola locale e partecipare alle degustazioni dei vini appena prodotti.
Anche l’estate è un’ottima stagione per visitare Valdobbiadene, con eventi all’aperto e numerose attività tra le colline, mentre l’inverno, con il paesaggio innevato delle montagne circostanti, offre un’atmosfera intima e accogliente, perfetta per esplorare le cantine e assaporare un bicchiere di Prosecco.
Valdobbiadene è una destinazione perfetta per gli amanti del vino, della natura e della cultura, offrendo un’esperienza autentica nel cuore del Veneto.
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altre destinazioni
Africa e Cacao: Viaggio in Costa d’Avorio e Ghana, Perle dell’Africa Occidentale
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9 mesi agoon
01/05/2024I prezzi del cacao stanno vivendo un’impennata senza precedenti, superando la soglia dei 10.000 dollari alla tonnellata e aprendo la strada a un ulteriore rincaro della cioccolata. Questo aumento vertiginoso è stato innescato dalle difficoltà di produzione riscontrate in alcuni paesi dell’Africa occidentale, come il Ghana e la Costa d’Avorio, che hanno visto i prezzi triplicare negli ultimi 12 mesi.
Le condizioni meteorologiche avverse, tra abbondanti piogge e siccità, insieme alle malattie diffuse tra i raccolti, hanno messo a dura prova la produzione di cacao in questi due principali paesi produttori. Questo mix di fattori ha reso il trasporto del cacao verso i porti un’impresa complicata, contribuendo all’attuale crisi dei prezzi.
La Costa d’Avorio e il Ghana sono i due maggiori produttori mondiali di cacao, fornendo insieme circa due terzi della produzione globale. Ogni variazione nella loro produzione ha un impatto significativo sul mercato del cacao, influenzando direttamente i prezzi a livello internazionale.
Per sostenere le vendite e fronteggiare l’aumento dei costi, molte catene americane hanno incrementato gli sconti per i prodotti di Pasqua, come Cadbury, Reese’s, Hershey’s, M&M e Lindt. Tuttavia, gli osservatori ritengono che questi sconti possano non essere sufficienti a compensare l’impatto degli aumenti di prezzo già applicati ai consumatori, rischiando di ridurre ulteriormente la domanda di cioccolato.In questo contesto di prezzi record e difficoltà di produzione, il settore del cacao si trova di fronte a una sfida senza precedenti, con conseguenze che si ripercuotono su tutta la catena del valore, dai produttori ai consumatori.
La situazione attuale prefigura un 2024 difficile per i produttori di cioccolato, con una Pasqua che potrebbe registrare una crescita limitata nel settore e un’incertezza che si prospetta per il futuro.
La Costa d’Avorio: Tesori da Scoprire
La Costa d’Avorio, con la sua capitale economica Abidjan, è una destinazione turistica affascinante. Le spiagge sabbiose animate da bar e ristoranti offrono un’atmosfera vibrante e accogliente. A soli 40 km da Abidjan si trova Grand-Bassam, una pittoresca città costiera famosa per i suoi sport acquatici e la pesca. Per gli amanti della natura, il Parco Nazionale di Taï rappresenta una tappa imperdibile, essendo la più grande foresta pluviale tropicale dell’Africa occidentale. Inoltre, il Parco Nazionale di Comoé offre un’esperienza unica nella natura selvaggia del paese. La capitale politica, Yamoussoukro, vanta edifici architettonici di pregio come la Basilica di Notre Dame de la Paix, che meritano una visita approfondita.
Il Ghana: Terra di Storia e Cultura
Il Ghana, con la sua capitale Accra, è un mix affascinante di tradizione e modernità. Accra offre un vivace centro città e splendide spiagge che catturano l’attenzione dei visitatori. Cape Coast è celebre per i suoi castelli e fortezze coloniali, dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, mentre Elmina è conosciuta per ospitare uno dei più grandi mercati di pesce dell’Africa occidentale. Il Parco Nazionale di Kakum è rinomato per il suo percorso sospeso tra gli alberi della foresta pluviale, offrendo un’esperienza unica a contatto con la natura. Kumasi, capitale dell’Impero Ashanti, è ricca di mercati tradizionali e palazzi che raccontano la storia e la cultura del popolo Ashanti.
Destinazioni Turistiche da Non Perdere
- Costa d’Avorio: Abidjan, Grand-Bassam, Parco Nazionale di Taï, Parco Nazionale di Comoé, Yamoussoukro.
- Ghana: Accra, Cape Coast, Elmina, Parco Nazionale di Kakum, Kumasi.
Un viaggio in Costa d’Avorio e Ghana è un’opportunità unica per esplorare le perle dell’Africa occidentale, immergendosi nella cultura, nella storia e nella bellezza naturale di queste affascinanti nazioni. Che si tratti di rilassarsi sulle spiagge, esplorare antiche rovine o avventurarsi nella foresta pluviale, questi due paesi offrono un’esperienza indimenticabile per i viaggiatori in cerca di nuove scoperte e avventure.
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Pubblichiamo questo interessante articolo di Valentina Bolla. Essendo la quinta generazione di una famiglia con una lunga tradizione nella produzione di vino in Italia, Valentina è stata circondata dal vino fin da giovane. I suoi primi passi nel mondo del vino sono stati diventare Sommelier presso l’AIS. Ma è stato durante gli studi per il Diploma WSET che ha scoperto lo Sherry. Con diversi viaggi negli ultimi anni per visitare le cantine di Jerez, il suo amore per il mondo dello Sherry e lo stile di vita andaluso è cresciuto notevolmente. Ama la Spagna e parla fluentemente lo spagnolo. È una giornalista freelance che scrive di cibo e vino.
La primavera è iniziata. Questo momento di rinascita della natura è caratterizzato dallo sbocciare dei primi fiori, dall’arrivo dei primi frutti e dai particolari odori erbacei e dei prati appena tagliati. Le giornate si allungano e l’aria è piena dei profumi floreali e fruttati. Profumi floreali di rosa, biancospino, ginestra, lillà, acacia, violetta accompagnati da profumi fruttati di ciliegia, fragola, albicocca.
C’è energia nell’aria, e cresce la voglia di brindare con vini freschi e profumati. Come scegliere i vini giusti per portare aria di primavera a tavola?
Un modo semplice, ma efficace, per ritrovare il piacere di mangiare e bere seguendo i ritmi della natura è di abbinare dei vini primaverili italiani al frutto o fiore di stagione corrispondente. Il bouquet di un vino è composto da un insieme a volte anche molto complesso di note aromatiche e spesso si riscontrano aromi floreali e fruttati, di minore o maggiore intensità. Gli aromi che il naso sarà in grado di ritrovare nei vini, dipendono da vari fattori quali il vitigno, il territorio di origine, le tecniche di vinificazione.
Fra tutte le sfumature che si possono percepire nel profumo di un vino, la nota floreale non manca quasi mai. Aromi di fiori bianchi quali gelsomino, il biancospino e petali di rosa bianca si riconoscono facilmente nel vitigno aromatico Gewurztraminer, soprattutto nei vini bianchi giovani prodotti nell’Alto Adige. Abbinamenti ideali sono con carni bianche e verdure dal sapore delicato.
Altro vitigno dai profumi primaverili è il Sangiovese, che oltre all’aroma fruttato di ciliegia, al naso presenta fiori freschi più tendenti al rosso come la violetta e rosa canina, con un finale di more e frutti a bacca rossa. Il Sangiovese è molto utilizzato per la produzione di vini giovani e freschi come il Chianti o Morellino di Scansano. I tannini presenti in questo tipo di vini li rendono adatti ad accompagnare salumi e carni rosse.
Così come anche nei grandi vini rossi piemontesi Barolo e Barbaresco non sarà difficile poter percepire i petali di rosa e la viola. Dopo l’affinamento si sprigioneranno in sentori meno fragranti di fiori appassiti o secchi.
Tra gli aromi fruttati, quelli della fragola e del lampone caratterizzano il vino Lambrusco in Emilia Romagna. Un vino italiano che si abbina bene a salumi e a piatti tipici della cucina emiliana.
Tra i vitigni che ricordano maggiormente la ciliegia, oltre al Sangiovese, vi è il Primitivo di Manduria in Puglia. Un vino di corpo che proviene da climi caldi, che ha il colore rosso intenso delle ciliegie mature con sentori di prugna e amarena.
Il Brachetto d’Acqui con il suo intenso profumo floreale di geranio e altri fiori rossi è forse il più “primaverile” dei vini dolci italiani.
Vini bianchi giovani come il veneto Bianco di Custoza, il piemontese Gavi e il lombardo Oltrepò Pavese presentano note fresche di albicocca e pesca bianca. Da abbinare con piatti a base di pesce o verdure di stagione impanate e fritte.
Il Prosecco è in assoluto lo spumante più floreale del nostro panorama vinicolo con i suoi profumi che ricordano l’acacia e il glicine.
Il vitigno Vermentino, con le varianti regionali come il sardo Vermentino di Gallura, il ligure Vermentino di Luni e il Vermentino Costa Toscana, coniuga note di fiori di campo con la frutta fresca soprattutto di pera e mela, ed è ottimo con antipasti di mare e crostacei.
Come si vede la natura, nel periodo primaverile, ci regala un bouquet di aromi profumatissimo ed è immancabile concedersi le stesse sfumature all’interno di un vino.
Valentina Bolla
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